Nonostante la sua nota parlantina, quando il sovrano ha dichiarato di aver terminato, era serio. Non per assenza di risposte, ma perché la sua convinzione in quanto affermato, ammesso ma non concesso che la verità che Motz tanto tiene per sé, comunque non vacilla. Lui stesso, del resto, si porta nel petto segreti altrettanto chiave all'interpretazione della verità su Lemuria.
: [Magari, Foxlad. Se solo fossi stato così cieco e ignorante come credi, magari Lemuria se ne sarebbe andata in pace una notte come tante altre. Non sarei qui a mantenere quella promessa.]
Conclama fra sé e sé con velata malinconia, per poi non perdere un minuto di più nel soggiogare le due bestie. Per contrastare i poteri elementali di ciascuna creatura, lo stregone invoca incantesimi di fuoco e terra, contro rispettivamente il ghiaccio del Dragull e il tuono del Peligon. Il primo si manifesta come una catena infuocata attorno alla sua mano, che si protrae verso il becco del primo per cercare di legarlo, mentre il secondo è incanalato in rocce eteree che cercano di sopraffare e intombare il secondo.
Come le catene si avvinghiano attorno al becco del Dragull, questo le strattona con violenza a destra e manca mentre queste generano direttamente grandi quantitativi di vapore a contatto col ghiaccio che gli esce dal becco...che in poco tempo va a formare un fitto banco di umida e tiepida nebbia.
Il Peligon, d'altro canto, viene bloccato dalla prigione di rocce con alttrettanta facilità...
...tuttavia, a differenza della sua nemesi, riesce a liberarsi usando le corda che adornano la sua testa e di cui l'altro essere non dispone...corna che, dopo aver infuso di elettricità, prova ad utilizzare per tirare un'incornata al re, nel tentativo di spedirlo contro il suo nemico mortale.
Rhan-Daemas non lascia andare la presa, e come un pescatore che lotta contro l'enorme pesce che ha appena abboccato all'amo, si destreggia fra l'assecondare i suoi movimenti e strattonare per stancarlo. La creazione della nebbia, per quanto fastidiosa, non lo preoccupa troppo, costringendolo però ad affidarsi sempre di più alla percezione dell'aura anziché la vista per poter rilevare la posizione dei due mostri nemici.
Grazie a questo riesce a non farsi cogliere del tutto impreparato dalla carica del Peligon, tenendo la lancia orizzontalmente come un ostacolo per intercettare le sue corna. E' una misura più provvisoria che altro, visto che una volta caricata l'asta, il voltaggio attraversa il suo corpo intorpidendolo e paralizzandolo leggermente. Per consentire all'elettricità di disperdersi, disingaggia e colpisce rapidamente il pavimento affinché faccia da messa a terra provvisoria.
Fatto ciò, fa sparire temporaneamente la sua arma e scuote leggermente il pugno, tentando di riprendersi rapidamente. Senza esitare troppo, afferra con entrambe le mani la catena... e inizia a far roteare il Seagull attorno a sé, sempre tenendolo per il becco, fondamentalmente tentando di esaurirlo usandolo come una palla a catena improvvisata nella stessa azione in cui cerca di colpire duramente la sua nemesi.
Mentre rotea, il Dragull produce un gran quantitativo di ghiaccio, tentando inutilmente di liberarsi...
...e diventando praticamente una sorta di palla chiodata di ghiaccio che fa ad impattare a tutta forza contro il Peligon. la potenza del colpo crea una lieve onda d'urto che spedisce il pellicano elettrico fuoribordo...tuttavia, l'eccheggiante verso della bestia preannuncia che ancora non è finita, come poi confermato da una pioggia di fulmini che si abbatte contro il tetto dell'edificio, andando a colpire sia l'ancora furioso Dragull che il resto del campo di battaglia.
Rhan-Daemas invoca una barriera contro i fulmini, estendendola non solo a sé stesso ma a quanta più area attorno a sé - fermandosi al Dragull per lasciare che rimanga coinvolto - in modo da ridurre al minimo i danni strutturali subiti dal castello. Ancora una volta, la fatica di magie così potenti si fa sentire, con le aree cristallizzate sul suo corpo che aumentano più egli cerca di spingersi oltre i limiti dell'umano, ma la sua determinazione è tale da spingerlo a ignorare il contraccolpo spirituale che sta ricevendo. Al termine della tempesta, scatta immediatamente verso la creatura, facendo ricomparire la sua asta: cerca di colpire il collo della bestia e spingerla a terra, quasi a cavalcarla, per poi imporre l'altra mano sul capo e spingere forzatamente la sua aura all'interno della creatura. E' un processo che si può riconoscere come perfettamente affine al crashare un qualsiasi mutante, ed è pronto a subire ulteriori attacchi se significa riuscire a tranquillizzare almeno uno dei due mostri.
Mentre ancora il Peligon non si fa vedere, il Dragull viene colpito e spinto a terra, lasciando che il re effettivamente "crashi" il bestione...cosa che pare stia facendo con successo...
...ma qualcosa non quadra...o almeno, non del tutto. Riesce a far fluire abbastanza aura da prendere un parziale controllo del mostro...ma c'è ancora una parte di quell'essere che resite...una parte di quell'essere che già conteneva aura...
...ma, per quanto riesca a comprendere il fatto che si tratti di aura, nemmeno il sovrano con le sue antiche conoscenze in ambito riesce a riconoscere di che tipo di aura si tratti.
Ad ogni modo, dopo aver opposto quanta più resistenza poteva, il Dragull finalmente pare calmarsi abbastanza da potersi considerare """docile""" per il re e quindi pressochè cavalcabile...anche se il suo sguardo continua ad essere quello di un pennuto impazzito. Il peligon continua tutt'ora a non farsi vedere...ma, come un avversario che sente di avere la vittoria in pugno, fa rimbombare i suoi versi fra le nubi come tuoni che invocano il suo avversario.
Per uno stregone che ha conosciuto l'aura in tutte le sue sfaccettature, sia quelle che è in grado di assoggettare al suo potere, che quelle come l'aura divina che gli sfuggono, percepire qualcosa che vada oltre le sue conoscenze ha un notevole fascino, per quanto nervoso visto il momento difficile. Un tipo di aura che non può domare o espellere è qualcosa che di regola studierebbe subito -- ma con la vita di un caro alleato in pericolo, non può che rassegnarsi al non sapere qualcosa per il momento, e cercare di fare del suo meglio per mantenere il controllo sul Dragull. Mantiene un flusso continuo di aura, per far sì che il suo flebile controllo non si perda, e dal al mutante l'ordine di prendere il volo verso il suo nemico.
: [Davvero... davvero... peculiare.]
Dirigendosi verso il Peligon, alza il braccio e incanala un incantesimo di ghiaccio attraverso la sua arma, trasformandola in una lancia glaciale. Appena l'altra creatura sarebbe entrata in vista, l'avrebbe scagliata come un giavellotto, dando nello stesso momento al Dragull l'ordine di sparare ghiaccio contro di lui.
Il Dragull fa come gli viene comandato e procede a sparare raggi congelanti in giro per il vorticante muro di nubi temporalesche...ma non sembra ottenere molti risultati...
...finché il re non ode un verso ben diverso dai soliti prodotti da quell'abominio...un verso pieno di dolore e frustrazione...che culmina incredibilmente...in un pensiero...
:<pensando>Questa piega degli eventi...questa disdicevole intromissione...Tu...TU CHI SEI PER STRAVOLGERE IL NATURALE CORSO DI UN DUELLO FRA NATURALI RIVALI!<fine pensiero>
...ed in un attacco improvviso da parte del Peligon, il quale si emerge a gran velocità dal temporale rilasciando una scia di scariche elettriche mentre si avventa contro il re ed il suo destriero.
: [Avreste potuto combattere in qualsiasi altro posto. Avete invece scelto di intralciarmi, danneggiare il palazzo e mettere a repentaglio la rinascita del mio popolo... e sarei io quello che si è intromesso?!]
La sorpresa nel sentire il mutante comunicare non dura molto, una volta cosciente del significato. Ringhia, seppur confinato ai suoi pensieri trasmessi telepaticamente. Insoddisfatto dalle prestazioni del Dragull, si limita a manovrarlo per aria, una mano poggiata sul capo e che svolge essenzialmente il ruolo di una briglia mentale -- e lo sospinge a scontrarsi a piena forza contro il rivale mentre brandisce la sua arma, cercando di danneggiarne le ali per neutralizzarlo, essenzialmente.
Il dragull si schianta contro il Peligon...ma non prima di essersi ricoperto di uno spesso strato di ghiaccio che lo aiuta sia a proteggere sè stesso, che ad arrecare maggiori danni al draconico pellicano. Quest'ultimo, sbalzato indietro dal colpo, precipita per qualche istante, evidentemente indebolito dallo scontro...ma, dopo qualche tentativo, riesce comunque a riprendere il controllo delle sue ampie ali e a tornare a volare.
:<pensando>Montagne volanti...popoli in rinascita...uomini che piegano draghi...no...non ci trovo nulla di naturale in tutto questo...ED IO, IN QUANTO DRAGO SPINTO DAL FULMINE DIVINO E FORGIATO NEL BRONZO, TROVO DOVEROSO RIPORTARE ORDINE NEI CIELI DI MADRE GAIA!<fine pensiero>
Il Peligon, ferito ma comunque pieno di sè, si ferma, mantenendosi in volo sbattendo con un certo ritmo le sue sue ampie ali, e fissa il re ed il suo destriero mentre la sacca sotto al suo becco si gonfia e si illumina, colma di abbastanza energia da generare un discreto quantitativo di elettricità statica nell'aria circostante. Una volta che questa si è gonfiata abbastanza da impedire al nemico di vedere le sue zampe, l'abominio apre le fauci, rilasciando una sfera tanto carica di elettricità, quanto instabile che vola a gran velocità verso il sovrano ed il Dragull.
Laddove Rhan-Daemas riusciva a mantenere un atteggiamento calmo e composto nei confronti di nemici come Motz o Priscilla, che gli imputavano di voler ricreare un regno in cui sarebbero stati prigionieri, trattare la sopravvivenza stessa di Lemuria come qualche cosa di innaturale lo incendia d'ira. Sarà anche contro le leggi della natura, ma l'intervento stesso degli dei nel loro creato contravviene a quel tacito patto fra divinità e mortali, specie dopo tutti i salti mortali che ha fatto per cercare di appagarli...
: [Riportare l'ordine...? Fammi il piacere... non sei che una creatura marcia come lo stesso fulmine che dici sospingerti!]
Ormai pressoché costretto a limitarsi ad elementi che sinergizzino con il Dragull per evitare di danneggiarlo, rimanere senza un destriero e al peggio perderne proprio il controllo, apre il palmo per dar vita ad una gigantesca barriera di ghiaccio di fronte a sé. Più cresce, glaciale stalagmite dopo stalagmite, più il cristallo si spande a coprire sempre di più del suo corpo, ma non si ferma. Lo scudo, spunzonato e frastagliato, cresce sempre di più, allargandosi attorno e oltre allo stregone e al titano domato, prendendo una forma simile a quella di un colossale proiettile. A questo punto, lo usa sia come baluardo che come arma, caricando verso il nemico.
Il Peligon, alla vista del muro, si carica nuovamente di elettricità e vola contro di esso...tuttavia, al momento dell'impatto, come a voler dimostrare quanto detto riguardo il fulmine, si tramuta in elettricità e passa atrraverso alla barriera...
:<pensando>AMMIRA IL POTERE DEL FULMINE DIVI-<fine pensiero>
...tuttavia questo si dimostra essere un madornaleerrore, in quanto il Dragull, spinto dalla determinazione del re che lo sta pressoché controllando, spara un raggio congelante dritto in faccia all'altro abominio, spedendolo contro il muro di ghiaccio e fissandolo contro questo mentre la muraglia si infrange contro il tetto del palazzo reale. Quest'ultimo, vittima di una glaciazione primaverile imprevista ma ancora incredibilmente pressoché intatto (ci sarà forse bisogno di piazzare qualche secchio in giro per i corridoi in caso di pioggia, ma vabbè), ospita ora un Peligon che da pressoché vittorioso, è passato ad amaramente sconfitto grazie all'intervento del sovrano. La draconica bestia, ormai fin troppo danneggiata per rialzarsi come si deve, cerca di sforzarsi comunque di portarsi in piedi mentre le sue piume e le sue scaglie cominciano a scurirsi.
Rhan-Daemas aveva a malapena avuto il tempo di processare come il suo attacco stesse per fallire, ma si ritrova piacevolmente sorpreso da come il Dragull sia riuscito ad agire con prontezza e rimediare. Un lieve sorriso si forma sul suo volto, e passa la mano sul capo della creatura con delicatezza, come le stesse carezze che si rivolgerebbero di consueto ad un animale domestico -- anche se la parziale copertura in cristallo generatasi attorno al braccio rende tale carezza dura e fredda.
: [Grazie...]
Quindi si dirige dentro il palazzo, deciso a non lasciare il Peligon indisturbato per non dargli la possibilità di riprendersi. Avrebbe immediatamente puntato la sua lancia contro la bestia nemica.
: ...Sapessi quante volte ho pensato la stessa cosa. "Non doveva andare così"... "Non è giusto"... "Non può essere"... Non è nella natura di nessuno, mortale o dio che sia, accettare i propri fallimenti. Possiamo prenderne atto, conviverci serenamente... ma solo un folle non prova a correggere i suoi errori, in una maniera o nell'altra.
Lancia quindi un'occhiata anche all'improvvisato destriero, cercando di restare attento ad entrambi, prima di continuare. Non vuole sbarazzarsene, per quanto sarebbe l'opzione più sicura. Giocandosi le sue carte bene, potrebbero essere assetti molto utili in battaglia... e peraltro, gli darebbe l'occasione di studiare quella strana aura che non si piega totalmente al suo volere, una cosa unica per un titano.
: Desideriamo tutti quanti ricominciare qui. Se battervi fra voi è quello che desiderate, ne avrete l'opportunità... ma solamente se mi aiuterete a riportare indietro Lemuria e i lemuriani con la vostra forza. Siete capaci di pensare: la scelta sta a voi.
Mentre il Dragull non sembra fregarsene molto di ciò che sta dicendo il sovrano, limitandosi a girare ogni tanto la testa per cambiare occhio con cui osserva i correnti avvenimenti, il Peligon fissa Rhan-Daemas con espressione analitica...
...per quanto un drago-pellicano possa mostrare tale espressione.
:<pensando>...........Umano...in quanto drago, piegarmi al tuo volere sarebbe un vero e proprio insulto alla mia razza...sarebbe qualcosa di innaturale...impensabile...<fine pensiero>
Segue quindi una corta ma interminabile pausa...rotta solo da qualche minore tuono che echeggia fra le nuvole temporalesche...
...ma che viene interrotta quando il mostro, in seguito ad uno stanco sospiro, alza debolmente lo sguardo verso l'antico gueriero.
:<pensando>...tuttavia...anche lasciare che un umano ponga fine alla mia neonata esistenza sarebbe un affronto a madre gaia ed alle sue leggi...e la tua proposta è portata da antichi venti di giustizia...<fine pensiero>
Il Peligon spalanca le ali, distendendole completamente ai suoi fianchi...
:<pensando>...ed è per tale motivo...che in attesa di poter porre fine allo scontro fra il sottoscritto e quell'inetto del mio rivale...<fine pensiero>
...per poi aiutarsi con queste ad alzarsi, in modo da ergersi sopra al sovrano con la sua draconica superbia mentre afferma solennemente...
:<pensando>...io e la divina saetta ti affiancheremo nella tua nobile battaglia.<fine pensiero>
Lo stregone osserva il Dragull di sbieco. Che il Peligon sia in grado di pensare laddove il Dragull è poco più che una feroce bestia? O si tratta forse di una conseguenza improvista del controllo che sta esercitando sulla sua mente? Difficile a dirsi - e il dubbio lo spinge a rimanere quanto più cauto il possibile per impedire che la bestia domata faccia ripartire le ostilità -, ma sentendo il titano elettrico acconsentire alla sua offerta non ha di che lamentarsi. Un lieve ghigno si tinge sul suo volto.
: Lieto che tu riesca a vedere la giustizia dei miei propositi. Non intendo calpestare il tuo onore: avrai lo scontro che desideri. Ma prima di allora...
Improvvisamente, da tutt'altra parte nel castello, i vari membri della Guardia Reale Lemuriana possono ascoltare la voce telepatica del loro sovrano.
: [Ci dirigiamo verso il luogo dove tengono Pikiran ostaggio. Siate pronti a tutto: tutto il nostro patimento è quasi giunto al termine...]
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: [Magari, Foxlad. Se solo fossi stato così cieco e ignorante come credi, magari Lemuria se ne sarebbe andata in pace una notte come tante altre. Non sarei qui a mantenere quella promessa.]
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:<pensando>Questa piega degli eventi...questa disdicevole intromissione...Tu...TU CHI SEI PER STRAVOLGERE IL NATURALE CORSO DI UN DUELLO FRA NATURALI RIVALI!<fine pensiero>
