|
|
| |
#
Nel mentre che all'esterno dell'oscuro templio di smeraldo piove ininterrottamente, una figura rettiliana attende in silenzio e pazientemente l'arrivo del suo servo più fedele. Il solo rumore che si può sentire, oltre alla pioggia, è il battere le dita sul suo lucente trono. Ad un certo punto smette di punto in bianco questo movimento e si concentra in un determinato punto della stanza. Pochi attimi dopo una luce compare proprio da lì e con essa anche chi stava attendendo. Il fedele servitore si inginocchia davanti alla lamia semi divina.
Padrona, ho prelevato l'aura del primo falò, come richiesto.
 "...Lo vedo già da me. Non c'è bisogno che tu me lo dica."
Lo sguardo gelido è indirizzato verso il suo servo, il quale terrorizzato non riesce quasi a risponderle del tutto.
S-s-si, Padrona!
A quel punto si rialza, pronto a procedere per la prossima meta. Ma prima che lo possa fare rimane lì, in silenzio, ad osservare la pietra.
P-padrona...
Lo sguardo della rettile lo osserva in silenzio.
"Se devi dire qualcosa, fallo in fretta. Sai bene che non manca molto."
Noi lettori non sappiamo a cosa si riferisce l'oracolo, ma il servo capisce perfettamente di cosa sta parlando. Ragion per cui, decide di levarsi subito quel dubbio di dosso.
Perché ha chiamato a dare manforte alleati del genere? Due di loro l'hanno persino tradita e dato informazioni al nemico.
Medusa chiude gli occhi come se stesse meditando sulla questione data dal suo servitore, per poi aprirli e guardare dritto verso di con uno sguardo più minaccioso e gelido che mai.
"E con ciò?"
#
L'Oracolo si alza dal suo trono, avanzando lentamente nella direzione del suo alleato, continuando a guardarlo con sguardo sprezzante.
"Non importa di cosa sanno o sapranno, i mortali continueranno a procedere verso il cammino che è stato già tracciato per loro. Il fato è assoluto."
A quel punto si ritrova a pochi passi da lui, guardandolo dall'alto in basso e con il volto coperto dall'ombra, più minacciosa che mai.
"Osi prendermi per una sprovveduta? Dovresti ricordare di cosa è successo all'ultima persona che ha osato mancarmi di rispetto."
Il servo non risponde, troppo intimorito di una possibile punizione.
"...Bene."
L'Oracolo torna a sedersi sul suo trono, mentre volge lo sguardo verso la parte più buia della sala, dove si intravedono due figure avvolte nell'ombra.
"Ora tocca a voi accompagnarlo."
...
Agli ordini, zuccherino!
Il servo, indignato, guarda di cattivo occhio l'ultimo che ha parlato.
Non osare parlare alla Padrona in questo modo!
Hey! Fatti gli affaracci tuoi!
"Tacete."
All'ordine i due smettono subito di battibeccare.
"Sparite subito dalla mia vista."
Detto ciò, i tre si avviano dentro il portale creato dalla gemma e spariscono. Ritorna così la quiete dentro quel tempio. Però, la rettile, nonostante se ne siano andati, mantiene ancora uno sguardo iracondo. Sembra essere presa da dei ricordi molto lontani, di qualcuno che ha osato sfidare il suo volere, che ha osato disubbidirla, che ha osato voltarle le spalle. Stringe a pugno una delle mani per l'ira, avendo ricordi ben cristallini di cosa successa allora.
"...Sei stato uno stupido a credere di poter fare qualcosa..."
"Kraken."
Da lì in poi, si sente solo il rumore della pioggia che continua incessantemente.
|
|
.
.
