Posts written by piat

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    Ho potuto scrivere solo ora, ma comunque l'idea delle fate di crashstefano mi piace molto.

    Volendo si potrebbe fare un lavoro creativo supercarino, simile a quello fatto per i draghi in Spyro 1 Reignited (quindi dare loro personalità e look ben caratterizzati, anche ma non solo in base ai temi del mondo di gioco), ma senza essere limitati dalla natura del remake (dove i draghi con aspetti supervarieghati e fantasiosi, per più della metà sono semplicemente 'GRAZIE PER AVERMI LIBERATO' :O).

    Sicuramente c'è molto più spazio per essere creativi usando le fate piuttosto che le libellule di Enter the Dragonfly :v:
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    Voto Spyro Adventure per GBA.

    Forza che iniziamo coi voti caldi dal prossimo round :danza:
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    Voto: Una via di mezzo (spiegare il perché)

    Traslo il mio commento precedente in un voto vero e proprio.
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    Avrei votato l'opzione 3 io stesso in effetti.

    Credo che sia una feature sostanzialmente innocua che contribuisce a dare un approccio aggiuntivo a chi vuole facilitarsi la prima run, e magari può dare essere un modo per 'premiare' un giocatore che è riuscito ad arrivare alla fine di uno stage con uno e due Aku Aku (a maggior ragione in Crash 4 dove i nemici piú pericolosi - i dirupi -ti rubano tutti gli Aku Aku.

    Allo stesso tempo, Crash 4 non è un gioco peggiore per via della sua mancanza visto che è chiaramente stato pensato per funzionare senza dipendere da questa. Beh, almeno secondo me.

    Quindi opzione 3 intermedia.
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    Parte 2
    Lunghezza: circa 5700 parole



    "Io... io non sono cambiata, Brio," Coco disse, nascondendo i pugni serrati nelle tasche del gilet. "Sei stato tu a cambiare... o forse, sei stato tu a smettere di fingere e ti sei rivelato per quello che realmente sei. Non ho mai saputo da te quello che volevi o pensavi di fare con me, e alla fine... per tenermi a bada, hai dovuto minacciarmi. Non mi hai lasciato scelta... non avevo intenzione di seguirti ciecamente per sempre."

    "Ciò che dici è vero... Mi a-aspettavo che tu mi seguissi," Brio rispose. "Usare un... motivo concreto per assicurarmi ciò era a-a-anche la mia unica opzione. Tu n-non collaboravi più come prima, e non c'era più tempo da perdere."

    "Quindi secondo te io avrei dovuto continuare a 'collaborare'? Rimanere seduta come una brava bambina, in attesa del nulla in quella dannata cella per settimane e settimane!?" Coco non riuscì a contenersi ed alzò la voce.

    Diede un'occhiata a Crash, che pareva però ancora troppo distratto dal cielo per accorgersi della discussione fra lei e Brio.

    Brio non rispose questa volta, ma non distolse lo sguardo. Coco detestava quel comportamento... come se quello che avesse detto fosse ovvio e non capisse il fastidio di Coco al riguardo.

    "No... no, non avrei continuato a vivere così, Brio," riprese, per chiudere la frase. "Non in quel modo. E non mi pento di quella decisione, ne mai lo farò."

    Brio si schiarì la gola, anche se suonò più come un grugnito. "Q-Q-Questo lo avevi capito, ormai. Ricordo anche il m-momento esatto in qui tu presi quella decisione, Coco Bandicoot."

    ~ ~ ~ ~ ~



    La temperatura stava salendo.

    Era iniziato molto lentamente, con un calore appena percepibile ma estraneo a quella stanza. Ora, Coco sudava per via del caldo eccessivo... quello, e per la fatica fatta nel tentativo di buttare giù la porta.

    Fuori da quella cella, gli eventi stavano accadendo molto velocemente. Era sdraiata sul letto, mugugnando tra sé e sé mentre penava alla situazione attuale con Brio, quando si accorse che c'era della luce all'esterno abbastanza forte da entrare ed illuminare il soffitto. Dopo essersi alzata per andare a controllare, Coco si era ritrovata a vedere in lontananza un incendio che stava divampando in gran parte dell'Isola Cortex.

    Le fiamme stavano bruciando gli edifici della penisola inferiore—un qualche tipo di fabbrica o simile, Brio si era sempre rifiutato di dare molti dettagli al riguardo—ed avevano già iniziato a lambire la base del castello, le cui parti inferiori erano prossime a diventare una vera e propria fornace. E l'incendio si stava espandendo a visto d'occhio, salendo sempre di più verso l'alto.

    Verso di lei.

    Doveva scappare, uscire da questa cella una volta per tutte. Non era più un capriccio... a muovere Coco era la paura, ora.

    Coco strinse i denti, alzando la sedia sopra la testa, e caricò la porta con un urlo, dimenticandosi settimane di lezioni e rimproveri circa il suo comportamento, e ignorando il fatto che stava rompendo contro la porta oggetti su cui lei stessa aveva lavorato nel corso delle settimane spese lì.

    La sedia andò in frantumi non appena toccò la porta. Per un momento, Coco pensò di aver buttato via un altro possibile strumento senza risultato, ma poi lo vide. Il legno della porta aveva ceduto, e c'era un piccolo buco dove lei aveva colpito la superficie. Poteva... poteva addirittura vedere il muro dietro!

    Il muro illuminato da un colore caldo di fiamme. L'incendio dentro il castello era evidentemente più avanzato rispetto a quello che Coco vedeva all'esterno, dalla finestra. Aveva raggiunto lo stesso livello della sua stanza!

    Non c'erano fiamme nel corridoio, ma la luce dava un messaggio chiaro: non le era rimasto molto.

    Coco afferrò pezzi di legno e metallo dei vari oggetti che aveva distrutto contro la porta ed iniziò ad usarli come leve nel tentativo di forzare la porta ad aprirsi. I cardini parevano indistruttibili, ma Coco capì subito che il legno era vecchio e debole. Così, iniziò a spaccare la porta, pezzo dopo pezzo, aiutandosi con qualunque strumento potesse avere—gambe di sedia o letto, parti della scrivania, di tutto. Tutto questo, mentre ignorava le schegge sulle dita.

    Nel giro di qualche minuto, alla fine Coco riuscì a creare un buco sufficientemente grande da permetterle di passare attraverso. Prima che potesse provare a passare attraverso, però, un ricordo la colpì all'improvviso e si voltò, nonostante la temperatura sempre più alta di secondo in secondo.

    Stava... per lasciare la sua stanza. Nonostante tutto, questo era il posto dove aveva vissuto per praticamente tutta la sua vita—o meglio, quella di cui aveva memoria. Recentemente aveva iniziato a detestare la cella, ma il posto era stata la sua casa per così tanto tempo che non poté fermarsi un momento per guardarla un'ultima volta.

    Poi, i suoi occhi caddero sul suo computer portatile. Questo era stato abbandonato sul materasso del letto, dimenticato da quando Coco si era accorta del pericolo in cui si trovava. Un tempo un classico laptop con la scocca grigiastra, questo era diventato un strano aggeggio elettronico di color rosa. Era stato difficile convincere Brio a fornirle il necessario per personalizzarlo in quel modo, così come era stato per il resto delle modifiche che Coco aveva apportato alla sua stanza, ma nonostante ciò era stata contenta di aver potuto dare un suo tocco all'oggetto.

    Era stato dopotutto la sua unica sorgente di svago... se non felicità, ultimamente. Ed ora lo stava per lasciare indietro?

    ...

    Un minuto dopo, Coco strisciò attraverso l'apertura nella porta sfondata, facendo il possibile per non ferirsi. Non appena passata, poi, prese in mano il portatile lasciato lì di fianco apposta e lo strinse a se.

    Ora era fuori. Passando un braccio sulla sua fronte sudata e per asciugare gli occhi, Coco sì guardò intorno. Il calore sembrava provenire da tutte le direzioni, ma poteva vedere la luce pulsante dell'incendio dalla sua destra, così girò a sinistra ed iniziò a camminare con passo veloce.

    Dove questo portasse, però, rimaneva un mistero, ma Coco non aveva intenzione di tardare oltre.

    Mentre si muoveva attraverso il castello, Coco notò il disuso in cui era caduto tutto. Ragnatele ovunque, tavoli o superfici coperte da polvere, porte a volte aperte e lasciate a se stesse ed a volte completamente sfondate. Ad un certo punto si imbatté anche in un gruppo di grandi ratti che la spaventò cogliendola di sorpresa. Sembrava che questa parte dell'edificio fosse totalmente abbandonata.

    Forse il castello era ancora più grande di quanto pensasse.

    Coco fu distratta dai suoi pensieri da un frastuono di pietre. Il pavimentò tremò sotto di lei, e le mancò il respirò.

    Non vide né successe altro nella zona dove si trovava ora, ma Coco rabbrividì al pensiero di cosa sarebbe successo se fosse stata ancora bloccata nella sua camera.

    'N-Non devo perdere la concentrazione,' Coco pensò, aggrottando le sopracciglia. Non era ancora fuori pericolo, e come il calore ormai insopportabile le ricordava.

    Così, riprese a muoversi, questa volta correndo. Le ci vollero alcuni secondi prima di trovarsi davanti ad un'altra porta, questa volta aperta; e con una chiave ancora inserita nella serratura.

    Coco non si accorse della cosa, la sua attenzione rivolta di più al fatto che la porta nascondeva una scalinata verso l'alto. Senza pensarci, si precipitò dentro ed iniziò a salire.

    L'incendio cresceva sotto di lei, quindi era chiaro che non avrebbe potuto scappare da lì. Coco sperava solo che ci fossero altre uscite nelle parti superiori del castello che le avrebbero permesso di fuggire da questo incubo.

    Mentre valutava cosa fare, Coco si ritrovò in un secondo corridoio, al piano superiore—la scalinata si era rivelata essere molto corta. Ma prima che riprendesse a correre, i suoi occhi videro una figura in piedi davanti a lei a sbarrarle la strada.

    Coco sgranò gli occhi impietrita alla presenza del dottor Nitrus Brio.

    "C-C-Coco?"

    Coco fece due passi indietro in automatico. La sua faccia era un misto di paura e confusione, con lo sguardo fisso sulle mani dello scienziato, come ad aspettarsi di vedere una pistola al plasma puntata verso di lei apparire da un momento all'alto.

    Ma Brio non sembrò dar peso alla sua apparizione, non immediatamente almeno. "Per quale motivo tu non sei...!? Mhh, l-l-lasciamo perdere."

    Brio si girò. "Seguimi. D-D-Dobbiamo risolvere un'ultima questione, prima di andarcene da questo posto."

    Le ci volle qualche secondo per digerire le parole di Brio. Le stava offrendo... un'occasione perfetta? Brio poteva essere la sua guida per uscire da questo posto, con lui sarebbe andato tutto bene!

    Ma Coco non si avvicinò.

    "...d-dobbiamo?" ripeté. "Noi?"

    "Esatto. Noi," Brio disse. "Assumo che ti sia chiaro che abbiamo un problema, dato l'incendio che sta b-b-bruciando il castello. Cortex ha perso definitivamente il senno ed ora vuole solo s-s-sbarazzarsi del dannato bandicoot, ma forse possiamo sfruttare questa situazione a n-nostro vantaggio. Cortex ora pensa solo alla vendetta, e rimane solo il bandicoot come vero ostacolo... una volta rimosso questo, potremo salvare parte del mio lavoro e riprenderlo altrove, senza che Neo continui ad infastidirmi. Ho p-p-preso la mia decisione."

    Ora rivolto di nuovo verso Coco, Brio le offrì la sua mano aperta. "Abbiamo avuto le... le nostre d-d-divergenze, Coco, ma tutto questo non ha più importanza. Unisciti a me, e insieme raggiungeremo la grandezza che tu hai sempre avuto come obbiettivo."

    Coco guardò Brio per qualche secondo, senza rispondere. I suoi pensieri su di lui erano divenuti confusi e caotici negli ultimi giorni, e la sua ammirazione per lo scienziato a tratti si era tramutata in vero e proprio odio. Non poteva dimenticarsi del loro ultimo incontro.

    Ma Brio ora le stava offrendo... tutto. Non solo una via di fuga dall'inferno di fiamme in avvicinamento, ma letteralmente il suo obbiettivo principale da... da sempre: renderlo fiero e lavorare accanto a lui. Coco poi non aveva ricordi chiari dei 'primi tempi', ma Brio in un qualche modo era sempre stato lì, seppur sempre meno di frequente. Era stato il suo punto di riferimento, e ora si proponeva a confermarlo di nuovo, dicendole che il tempo era finalmente giunto. Niente più prigione, niente più solitudine. Lei e lui al lavoro insieme, per raggiungere la 'grandezza' che tanto stava a cuore al dottore.

    Era un quadro invitante... ma nonostante questo, Coco non era convinta da qualcosa. Qualcosa in Brio... qualcosa che la preoccupava e innervosiva, anche solo nella sua presenza.

    Qualcosa nel fatto che Brio ora teneva la mano aperta... ma non per accoglierla, ma quasi ad 'aspettarla'. Come se prevedesse che lei si avvicinasse. O nel fatto che, l'unica volta che Coco aveva manifestato una piccola ribellione verso la sua volontà, i suoi piani, allora era ricorso alla minaccia.

    Brio... si aspettava che lei eseguisse quanto le fosse ordinato. Brio prevedeva le sue mosse e dava per scontato che lei avrebbe fatto come lui diceva. Brio... pensava che lei avrebbe sempre accettato tutto quello che lui le avrebbe chiesto, mentre il contrario non valeva per le promesse fatte da lui verso di lei.

    Questi pensieri tramutarono velocemente l'esitazione di Coco in rabbia.

    Coco si avvicinò con un paio di passi, ma non provò neppure ad avvicinare una mano a quella di Brio. Lo scienziato ritirò la sua quando notò le mani della giovane bandicoot chiuse in pugni tremanti.

    "Tu... tu come... come puoi anche solo dirmi questo ora!?" Coco esplose. "Mi hai lasciata lì a morire! Il fuoco era lì da ore!"

    "Sono venuto appena ho potuto farlo." Il tono di Brio era totalmente neutrale, come se avesse enunciato una semplice osservazione. Non c'era ombra di rimorso nella sua voce.

    "Se non avessi abbattuto la porta con le mie mani, sarei rimasta intrappolata lì, senza via d'uscita." La faccia neutrale e lievemente infastidita di Brio non fece altro che aumentare la rabbia di Coco. "Mi hai minacciata, mi hai mentito più e più volte facendo promesse non mantenute, forzandomi a svolgere compiti senza nulla in cambio, e-ed ora tu vuoi che io mi dimentichi tutto questo per seguirti chissà dove?!"

    Brio fece per rispondere, ma Coco riprese ad urlare prima che potesse parlare. "No, no! Ho finito di ascoltarti, Brio. Sono uscita dalla mia stanza, no, dalla mia cella da sola, e posso vivere da sola, senza rimanere qui con te. Io non sono la tua serva, io non ho bisogno di te, tu sei... tu sei c-cattivo, non ti importa di me, vuoi solo usarmi!"

    Coco non si accorse neppure che la sua voce si stava facendo roca e che la vista si stava annebbiando per via delle lacrime. "I-Io non voglio... non voglio più vederti! Mai più! B-Basta, basta... io... io ti odio!"

    Brio continuò semplicemente a guardarla, senza reagire o parlare. La osservò mentre le emozioni di Coco si trasformarono presto in un pianto a dirotto, ora che aveva potuto finalmente confessargli in faccia cosa pensava realmente del suo cosiddetto 'tutore'. Coco cadde sulle sue ginocchia, il computer dimenticato lì a fianco. Fu incapace di controllarsi e si coprì la faccia mentre singhiozzava.

    Coco non seppe mai quanto durò. Le sembrò quasi che il mondo fosse sparito attorno a lei, che tutto fosse andato a rotoli senza che lei potesse farci nulla.

    A scuoterla dal suo dolore fu la voce di Brio stesso.

    "Credevo che tu fossi migliore di tuo fratello."

    Il pianto di Coco si fermò di colpo. Sollevo gli occhi per vedere Brio, la sua faccia rossa e bagnata dalle lacrime, ma contorta in una espressione impietrita.

    "F-F-Fratello?"

    "Credevo che tu fossi ad un livello superiore, con potenzialità ben superiori rispetto a quelle di Crash. Un ottimo candidato ad aiutarmi nelle mie i-i-imprese future, nei miei piani e macchinazioni... ma... evidentemente, mi sbagliavo. Almeno in questo caso."

    Brio la guardò con sufficienza. "Forse sei effettivamente più brillante di quel bandicoot ottuso che ha causato così tanti problemi a Cortex... ma alla fine, ho fatto il suo stesso errore. Dovrò occuparmi di quel mutante per conto mio, evidentemente. Sempre a correggere i fallimenti del mio collega... ma questa sarà l'ultima volta."

    Diede un ennesimo colpo di tosse. Quindi, lanciò un ultimo sguardo verso Coco.

    "Sparisci dalla mia vista e lascia questo castello, Coco Bandicoot... se sei in grado di farlo."

    Finalmente, Brio iniziò a camminare, allontanandosi da lei. Prima che Coco riuscisse a rendersi conto di quanto era successo, Brio era già sparito dietro un angolo.

    Coco guardò lo spazio vuoto dove Brio si trovava. Un altro singhiozzo le tolse il fiato, e per un momento parve che sarebbe ritornata a piangere di nuovo.

    Ma poi ci fu un altro tremore che scosse l'intera sezione del castello dove si trovava, seguito da un rumore forte.

    Coco urlò quando la parete alla sua destra letteralmente si sbriciolò. Strisciando sul pavimento fino a raggiungere la parete opposta, Coco guardò senza respirare lo spazio vuoto. Era crollata una sezione intera delle parti interne del castello: poteva vedere altri corridoi e stanze, e molti di quelli inferiori erano invasi dalle fiamme.

    Coco iniziò a tossire. Ora oltre al calore, il fumo stava iniziando ad essere un problema.

    Doveva andarsene. Doveva scappare, ora!

    Gli occhi di Coco caddero sul suo portatile, che aveva lasciato sul pavimento durante l'incontro col dottor Brio. Era pericolosamente vicino alla parte crollata del pavimento.

    Dopo un paio di secondi, scosse la testa.

    'Non mi porterai via anche questo.'

    Coco allungò la mano e tirò il computer verso di sé. Non appena lo ebbe di nuovo tra le mani, iniziò a strisciare via lentamente, per paura di causare ulteriori vibrazioni. Poi, quando si sentì abbastanza lontana, iniziò a correre, col computer ancora stretto a sé.

    Corse via, ma facendo attenzione a non prendere la direzione in cui era andato Brio.

    Ora tutto ciò che le importava era scappare dall'inferno di fiamme e salvarsi.

    Pensare a ciò era comunque più desiderabile di riflettere su cosa avrebbe fatto... dopo tutto questo.

    ~ ~ ~ ~ ~



    "Io avevo aspettative in te, Coco B-B-Bandicoot. Ho realizzato solo in seguito che queste erano... previsioni mal-calcolate." Brio si schiarì la gola di nuovo.

    "Eppure, nonostante abbia compreso l'errore del mio giudizio, a volte ancora penso a come sarebbero potute andare le cose... cosa saresti potuta diventare tu, se tu... non avessi deciso di fare quel che hai fatto."

    Coco fece un lungo sospiro. Le ci volle qualche secondo per formulare una risposta, ma quando fu pronta, non ebbe dubbi e decise di rispondere in modo chiaro e inequivocabile.

    "Io no, Brio."

    "Tu...?"

    "Io non penso a cosa sarebbe successo, se fossi rimasta... con... con te. Non ho intenzione di avere incubi di notte, per esempio... ma sopratutto, io so... io so che genere di persona tu volessi che io diventassi. E so che quella persona non è quello che io voglio essere, che io volevo essere anche quando ero ancora nel castello. Non sarei stata io."

    Coco ricambiò lo sguardo freddo di Brio. "E io conosco te, Nitrus Brio, e so chi sei realmente, anche ora. Io non sono come te, e non sarò mai come tu pensi che io sia..."

    Una pausa di due secondi.

    "Anche se mi hai 'inventato'."

    Brio alzo un sopracciglio, ed uno dei suoi occhi si contrasse.

    Per la prima volta, pareva effettivamente colpito dalle parole di Coco, e lei non poté nascondere un certo grado di soddisfazione nel vederlo colto alla sprovvista.

    "Quindi... apprezzerei che tu da adesso in poi lasciassi in pace sia me che Crash. Hai... hai il nostro 'grazie' per averci aiutato a distruggere il Vortex e impedire che chiunque possa farne uso in futuro... o almeno, posso farlo io per me. Ma dopo quello, non avrai altro da me, e la nostra collaborazione finisce qui."

    Brio sembrò non curarsi delle parole di Coco inizialmente, immerso nei suoi pensieri. Poi, alla fine, iniziò a brontolare. "Cortex, quel pazzo... nonostante tutto, almeno sulla n-n-necessità di fermarlo, siamo d'accordo."

    Coco scosse la testa e decise di chiudere il discorso senza aspettare una conferma da parte del dottore. Si sarebbe girata per andarsene se non fosse stato per Crash.

    Suo fratello, evidentemente sazio dello spettacolo meteoritico, era venuto a piazzarsi letteralmente tra lei e Brio, guardando prima l'uno e poi l'altra con curiosità. Crash aveva chiaramente intuito che nessuno dei due pareva essere di buon'umore, anche se Coco immaginava che non avesse realizzato che questo fosse accaduto per via della discussione che lei e Brio avevano avuto mentre lui era distratto.

    A Coco piaceva pensare di aver imparato a convivere con le memorie del suo passato, per quanto queste covassero sempre un minimo di dolore. Certamente, ora, non le era difficile credere che avesse imparato ad andare avanti meglio del suo stesso creatore, a giudicare dalle parole di Brio—anche se, nel caso del dottore, le era ora difficile giudicare effettivamente cosa gli passasse per la testa.

    Non che le importasse più. Coco sorrise, con un sorriso genuino, non appena Crash entrò nel suo campo visivo.

    Una faccia amica, finalmente.

    "Andiamo, Crash. Direi che abbiamo finito qui!" disse, e iniziò a muoversi verso la scalinata che avrebbe portato lei e Crash via dal picco del castello in rovina. Coco non lo salutò, ma Crash si voltò verso Brio e agitò la mano per salutarlo con un ghigno onesto, mentre Brio si limitò a fissarlo con una leggera ostilità. Forse Brio non aveva neppure dimenticato l'esito dello scontro tra lui e il bandicoot, tempo prima.

    Crash non diede segno di aver notato la cosa e semplicemente si mosse per seguire Coco. In breve tempo, fratello e sorella rimasero soli a discendere la scalinata, lasciandosi dietro il dottore.

    Mentre scendevano, Coco pensò a come le parole di Brio le avevano fatto ricordare alcuni dei momenti chiave del suo passato. Fino ad ora, Coco aveva trattato quelle memorie cercando di ignorarle se non addirittura dimenticarle del tutto, credendole solo il brutto ricordo di qualcosa da lasciarsi dietro... ma forse, forse questo non era stato l'approccio giusto.

    Quel passato... era comunque parte di lei. Ed accettarlo sarebbe stato il modo migliore per andare avanti.

    Forse... lo aveva già fatto, proprio grazie all'intervento di Brio e allo scambio di parole che avevano avuto. Anche lui stesso se ne era reso conto, forse.

    Ma alla fine, quello che pensava era irrilevante. Coco ora aveva Aku Aku. Aveva Crash.

    Lei era felice così com'era.

    ...

    Dopotutto, non tutti i ricordi di quel passato erano così nefasti. Almeno uno... le scaldava il cuore.

    ~ ~ ~ ~ ~



    Coco osservò il castello in lontananza.

    Erano passati tre giorni dalla sua fuga dalla roccaforte di Cortex, e nonostante questo alcune parti del maniero erano ancora fumanti. Coco si era chiesto spesso quanto l'incendio fosse stato causato dalle azioni del bandicoot che si era ribellato a Cortex, o se si fosse trattato di una successione di eventi imprevisti, magari dovuti al fatto che con il mutante nei paraggi Cortex e i suoi servi avessero finito per ignorare i danni dovuti all'incendio.

    In ogni caso, questi dettagli non erano più importanti. Sapeva che Crash non era più in quel posto ormai abbandonato: Coco aveva visto un dirigibile viola lasciare la sommità del castello lo stesso giorno in cui era scappata dal castello. Non sapeva cosa fosse successo, ma a giudicare dal fatto che l'incendio si era esaurito da solo, dubitava che il dottore fosse riuscito a sconfiggere Crash e riprendere il controllo della rocca.

    Anche lei era riuscita ad andarsene, anche se la cosa non era stata facile. C'erano alcune piccole bruciature sulla sua pelle ancora in via di guarigione per via di fiamme che non era riuscita ad evitare, ma tolte Coco si riteneva praticamente illesa. E il suo portatile era ancora perfettamente funzionante!

    Peccato che la batteria fosse durata ben poco. Nella foga, Coco non aveva pensato a questo problema, e il computer si era trasformato in un inutile pezzo di plastica e circuiti nel giro di un'ora. L'unica soluzione era avventurarsi nel castello per trovare batterie sostitutive o un modo per ricaricarle, ma il momento Coco non aveva intenzione di rimettere piede in quel posto.

    Anche senza il suo passatempo principale, aveva comunque molto a cui pensare. Per iniziare, Coco si era resa conto presto che anche senza Cortex e i suoi tirapiedi le isole erano posti molto pericolosi. Tra fiumi in piena e rapide, ponti pericolanti ed installazioni abbandonate dei seguaci dello scienziato c'era più di un modo per farsi male, e i nativi erano tanto ostili quanto le creature selvatiche che infestavano l'arcipelago.

    Ad un certo punto, Coco aveva rischiato di venir divorata da una pianta. Una pianta! Dopo quella esperienza, era diventata dubbiosa e cauta con ogni singola foglia con sfumature viola che si trovava davanti, e si chiedeva tutt'ora se sarebbe tornata a fidarsi di qualunque essere vivente in forma vegetale.

    Dopo i pericoli, chiaramente, Coco aveva dovuto pensare a come sopravvivere, pensando a problemi come il cibo. La vita al castello era decisamente più semplice, quando i suoi bisogni essenziali erano soddisfatti da quello che le portava Brio.

    Coco aggrottò le sopracciglia al pensiero.

    Brio... aveva pensato molte volte allo scienziato, dopo il loro ultimo incontro. Tutt'ora, Coco non sapeva che pensare di lui. Poteva essere andato... perduto, con Cortex, nel caos del castello in fiamme. Forse aveva avuto modo anche di lottare con Crash.

    Coco non sapeva se essere preoccupata o felice della sua assenza.

    Dopo qualche secondo, sospirò, distogliendo lo sguardo dal castello.

    Pensò che era irrilevante che cosa gli fosse successo. Brio le aveva rivelato le sue intenzioni alla fine di tutto, e Coco aveva preso la sua decisione in merito. Forse... forse non era ancora sicura del tutto di quello che aveva fatto, ma una cosa era certa: ora, Coco era libera dal controllo che Brio esercitava su di lei. Era libera di fare quello che voleva, di esplorare le isole e vivere senza il pensiero costante di cosa volesse il suo cosiddetto 'tutore' da lei.

    Certo... la sua dieta negli ultimi due giorni era unicamente a base di frutti wumpa. E la solitudine stava iniziando a farsi sentire—il fallimentare tentativo di comunicazione con i nativi durante il suo primo incontro con questi, o i minuti trascorsi ad insultare a distanza di sicurezza le venere acchiappamosche giganti che le sbarravano la strada, non erano propriamente delle buone alternative.

    Coco sentì un gorgogliò provenire dalla pancia. "Va bene... messaggio ricevuto," disse tra sé e sé. "È meglio che mi muova."

    Per andare dove? Coco si guardò intorno. Il suo viaggio l'aveva portata ad attraversare tutte e tre le isole dell'arcipelago: ora si trovava sull'isola N. Sanity, che a dispetto del nome pareva essere quella più tranquilla fra tutte, più lontana dal castello e dall'influenza che questo aveva. Fintanto che si fosse tenuta alla larga dalla tribù dei nativi locali, sarebbe stata relativamente al sicuro.

    Cercò di non pensare al fatto che avrebbe dovuto camminare molto per trovare del cibo. Coco non aveva trovato nessun modo per sostituire i suoi vestiti e non aveva voluto tentare di lavarli con le sue stesse mani. Come risultato, Coco indossava vestiti danneggiati in parte dalle fiamme dell'incendio al castello e consumati poi per via dell'uso continuo nei giorni precedenti: i suoi pantaloni avevano perso frammenti, la sua maglia bianca non era più 'bianca' da tempo, e uno una delle bretelle aveva perso un bottone di aggancio e rimaneva a penzoloni di lato. Tutto questo senza tirare in ballo la sporcizia.

    O i suoi capelli. Coco non sapeva come poteva tollerare la situazione, con la coda di cavallo disfatta da tempo e con ciocche appiccicose ribelli tutt'attorno alla testa. Era costantemente in lotta con le frange che le finivano sugli occhi.

    In generale, era conscia del fatto che non fosse esattamente in buone condizioni, ma per il momento Coco decise di concentrarsi sul trovare qualcosa da mettere sotto i denti. Poi avrebbe pensato a risolvere i problemi della sua igiene personale.

    'Ora... cosa posso cercare?' Coco aveva molte direzioni che poteva prendere senza imbattersi nei nativi. Poteva percorrere la spiaggia in ambo le direzioni per provare a trovare e catturare uno dei granchi giganti che aveva visto quando era arrivata su quest'isola per la prima volta, anche se non aveva idea di come avrebbe fatto a farlo senza perdere un arto nel tentativo. L'alternativa, tuttavia, era...

    'Oh, non ho intenzione di mangiare un altro di quegli accidenti di frutti!' Coco pensò, cercando di non farsi venire un attacco di nausea al solo pensiero. 'Forse potrei—'

    Coco notò qualcosa in lontananza, e quando capì cosa fosse, perse completamente la concentrazione.

    C'era... qualcuno che stava camminando sulla stessa spiaggia, verso di lei. E man mano che si avvicinava, Coco iniziò a riconoscerne i dettagli.

    Un mutante, ma non uno dei servi di Cortex che a volte Brio aveva commentato con astio, quando si era lasciato sfuggire qualcosa, che in genere erano di grande stazza. No, pelliccia arancione, jeans blu, scarpe sportive, e tutto sommato di altezza simile alla sua.

    Un bandicoot... proprio come lei.

    Brio non aveva mai descritto Crash nel dettaglio, ma nonostante ciò Coco non aveva veri dubbi sull'identità del bandicoot che si stava avvicinando, se non la sua stessa incredulità al considerare che la scena non fosse un miraggio.

    Certo, a contribuire all'idea che la scena fosse frutto della sua immaginazione c'era il fatto che c'era una testa tiki fluttuante accanto a Crash, una maschera che stava parlando con lui.

    "Crash, vedi, non dovremmo dar troppo peso a Tawna." La maschera parlava con una voce solenne. "Avete avuto i vostri momenti negli ultimi giorni. Se non altro, sono sicuro che tornerà a trovarti in futuro."

    Crash fece spallucce, chiaramente non convinto dalle parole della maschera, e biascicò qualcosa come risposta.

    "Forse una distrazione può migliorare il tuo umore," la maschera disse. "Tuttavia, prima di continuare ad esplorare l'isola, dovremmo anche iniziare a pensare ad un posto da scegliere come casa, non trovi? Almeno per te, Crash; immagino che tu gradiresti un letto comodo o un'amaca su cui riposare, no?"

    Crash fece cenno di sì col capo... poi alzò un dito, come a mostrare che gli fosse venuta una grande idea. Dalle tasche tirò fuori quello che si rivelò essere un frutto wumpa.

    Mostrò l'oggetto alla maschera tiki, che invece di essere infastidita, parve lievemente divertita dalla risposta.

    "Un giaciglio con un picco spuntino a completare, eh? Vedo che hai già un piano," la maschera si concesse un sorriso. "Ma dovremo occuparci di scegliere il posto, e poi costruire il tutto prima, casa attorno compresa. Ora, dovremmo iniziare con—"

    Si fermò di colpo, e ruotò in aria. Era chiaro che stava guardando nella direzione di Coco, ora.

    Erano ancora a molti passi di distanza, ma abbastanza vicini perché fosse chiaro che l'avesse vista. Ma Coco non si mosse.

    In realtà, gran parte della sua attenzione era rivolta a Crash, e non fece caso più di tanto allo sguardo sorpreso della testa fluttuante, nonostante l'aspetto singolare di questa.

    Infatti, Coco rilasciò il sospiro che stava tenendo con sorpresa solo quando Crash, incuriosito dall'improvviso silenzio del suo amico, guardò dove stava guardando lui ed incrociò lo sguardo di Coco.

    D'altro canto, Coco non era la sola ad essere sorpresa. Crash e Aku Aku non avevano visto altri mutanti da quando erano tornati e l'apparizione della ragazza colse entrambi di sprovvista. Tuttavia, mentre Crash rimase semplicemente sorpreso, Aku Aku si allarmò praticamente subito.

    "Crash, fai attenzione!" disse, avvicinandosi al bandicoot e tenendo lo sguardo fisso su Coco. "Un altro dei mutanti di Cortex!"

    Crash guardò per un attimo Aku Aku, poi ritornò a guardare Coco. Forse non era esattamente un genio tanto quanto il suo creatore (o tanto quanto affermava di esserlo), ma non era stupido.

    Scosse la testa, mostrando chiaramente che non condivideva la preoccupazione di Aku Aku, poi fece qualche passo verso Coco.

    Aku Aku rimase serio, ma si limitò a seguire Crash finché questo non fu a qualche metro di distanza da lei. A quel punto, esordì riferendosi direttamente a lei.

    "Chi sei? Che intenzioni hai?"

    Coco non rispose. Ora che Aku Aku e Crash erano vicini, le era molto difficile concentrarsi sulle domande della maschera tiki. Crash notò subito che Coco pareva avere occhi solo per lui, così decise di prendere l'iniziativa senza aspettare che Coco rispondesse.

    Fece qualche altro passo per avvicinarsi, ma si fermò all'improvviso, aggrottando la fronte e agitando la mano davanti al naso con una smorfia. Poi si ricordò della bandicoot di fronte a lei e, viste le sue condizioni, capì immediatamente di aver fatto un errore. Crash si schiarì la gola, cercando di far finta di nulla e di tenere le buone maniere nel miglior modo possibile. Per fortuna stare con Tawna gli aveva dato qualche dritta a riguardo.

    Alla fine, Crash e Coco erano faccia a faccia. Crash non poté non domandarsi cosa avesse portato una bandicoot come lei in quello stato su questa isola, la stessa domanda che Aku Aku le aveva posto, ma gli fu impossibile preoccuparsi che potesse essere un pericolo. Così, Crash decise di estendere la mano, come a offrire una stretta a lei.

    Coco non si mosse e continuò semplicemente a fissarlo. Dopo qualche secondo, Crash iniziò a sentire un mix di imbarazzo e confusione. Ad essere onesti, la ragazza iniziava ad essere abbastanza inquietante con quel comportamento.

    Prima che potesse fare altro, però, finalmente la bandicoot pare tornare in sé. I suoi occhi si mossero per guardare Aku Aku, che era rimasto al fianco di Crash e teneva d'occhio la mutante—anche se anche lui stava iniziando a chiedersi quale fosse il problema con lei—e poi tornò a guardare Crash.

    "T-Tu... tu sei... C-Crash?" riuscì a balbettare.

    Crash si limitò a offrire un ghigno in tutta risposta, con due pollici alzati a conferma.

    "Sì, lui è Crash, Crash Bandicoot," Aku Aku rispose per lui, avendo concluso che probabilmente questa bandicoot non era una minaccia come temeva. "Il mio nome è Aku Aku, e ho accompagnato Crash da quando ci siamo incontrati molti giorni fa. Non so se sia lo stesso Crash che nomini... ma posso dire che di Crash su queste isole ce ne è uno solo."

    Coco annuì debolmente. Aveva domande... dozzine di domande, per Aku Aku. La maschera appariva come una sorgente di notizie e semplicemente scoperte del tutto nuova, alternativa ai rifiuti e risposte criptiche che aveva avuto invece quando era nel castello. Avrebbe voluto interrogarlo per ore, su cosa era successo a lui e Crash, su cosa conosceva lui stesso della storia di queste isole ed anche oltre.

    Ma al momento poteva pensare solo ad una cosa.

    "Crash..." guardò il bandicoot come se fosse un fantasma. "Sei... sei veramente lui? Sei veramente... tu? Crash?"

    Crash semplicemente fece su e giù con la testa, senza esitare, e continuò a sorriderle al contempo.

    Il fatto che le continuava a sorridere in modo così... onesto, il modo con cui Crash pareva contento semplicemente a parl—err, comunicare con lei. Era qualcosa di totalmente nuovo per lei, qualcosa di diverso, quasi opposto a quello che aveva avuto da Brio.

    Ed era suo fratello.

    Qualcosa scattò in lei, e Coco non poté fermarsi.

    Crash fece appena in tempo a vedere una lacrima scenderle dall'occhio e sulla guancia prima che lei si lanciasse su di lui, abbracciandolo forte. A malapena Crash mantenne l'equilibrio, evitando così di cadere assieme a lei sulla sabbia. Tutto avvenne così velocemente che anche Aku Aku diede un 'oh!' di shock.

    Ma nessuno dei due disse o si mosse quando si resero conto che Coco stava piangendo.

    No, non stava semplicemente piagnucolando, Coco pareva quasi che stesse urlando, versando lacrime su lacrime amare e rifiutandosi di lasciare la presa su Crash. Sia lui e Aku Aku non seppero come reagire sul momento, entrambi colti alla sprovvista.

    Tuttavia, Crash alla fine decise che non c'era motivo di non lasciare che questa piccola 'straniera' si sfogasse. Per quanto riguardava lo sporco, avrebbe potuto lavarsi altrove in un secondo momento; ora la cosa era di importanza secondaria.

    Così, Crash ricambiò finalmente l'abbraccio.

    Coco non seppe più quanti secondi erano passati da quando aveva iniziato a piangere. Non riusciva neppure a ragionare, l'emozione era ancora troppo forte dopo tutto quello che aveva passato, e tutto ciò che riuscì a fare fu di continuare a stringere Crash vicino a sé, con tutta la forza che aveva.

    Ad un certo punto, Coco si mosse, senza lasciare la presa, ma abbastanza per volgere gli occhi arrossati verso la sua faccia, per guardarlo di nuovo, come a convincere se stessa che non stesse sognando.

    Crash era ancora lì, era ancora lui. E stava sorridendo, quasi imperterrito.

    Ed in quel momento, Coco capì che aveva trovato la sua famiglia, e che tutto sarebbe andato per il meglio.

    FINE

  6. .
    Ciao a tutti.
    Dopo diversi mesi dove per un motivo o per l'altro ho procrastinato questo lavoretto, alla fine sono riuscito a completare la traduzione anche per questa nuova storia di Crash Bandicoot. Come le storie precedenti, anche questa è una traduzione di una storia originariamente scritta in inglese, che ho fatto apposta per proporla su questo sito.

    Questa è la terza storia su quattro che avevo intenzione di tradurre. La quarta storia ci metterà un po' ad arrivare, dato che è più lunga di questa, ma è mia intenzione chiudere il cerchio traducendo anche quest'ultima (anche per via del cambio di tema - il personaggio di riferimento cambierà nella storia 4).

    Come ho fatto per le precedenti fanfic, faccio un breve preamobolo.
    Prima di tutto, ripeto qualcosa che ho detto anche per le storie precedenti: ho scritto questa storia originariamente nel 2019, prima che uscisse Crash Bandicoot 4, e pertanto ci saranno alcune differenze con le info sul mondo di Crash viste in tale gioco. In questa terza storia, a differenza della seconda, le incongruenze sono abbastanza vistose anche a livello di premessa di base, e ci sono alcune variazioni anche dai giochi della trilogia originale frutto della mia fantasia: in sintesi, questa storia non può proprio avvenire se consideriamo quanto si apprende in Crash 4 come valido, almeno in parte.
    Per chi ha presente, si potrebbe pure dire che questa storia è una Alternate Universe.

    Insomma, tenete in presente questo fatto se decidete di dare una chance anche a questo racconto.

    Come per la precedente storia, ho deciso di dividere questo racconto in due parti per smezzare la lunghezza abbastanza notevole da leggere in un colpo solo.
    Nel post di apertura includo la prima parte, la seconda la aggiungerò nel weekend (forse già domani) se tutto va come deve andare.
    Per il resto, potete dare un occhio alle info qui sotto prima della prima parte per farvi un'idea della premessa e dei contenuti.

    Come detto per le altre storie: sono aperto ad ogni commento. La traduzione per questa storia è stata un po' complessa e non sono sicuro che sia venuta bene come per le precedenti, e riprendendola in mano dopo tanto tempo anche la storia in sé mi ha lasciato qualche dubbio, ma spero che la lettura risulti comunque piacevole se decidete di dargli una chance.

    ~ ~ ~ ~ ~


    Il Passato di Coco
    Fanfiction ambientata durante il finale segreto di Crash 2



    Sommario: La stazione spaziale di Cortex è stata distrutta, e Coco non potrebbe essere più orgogliosa del lavoro fatto da lei e da suo fratello. Tuttavia, Nitrus Brio non ha intenzione di lasciarla andare senza prima averle fatto alcune domande, riportando così alla luce la memoria di un passato che Coco non avrebbe voluto più ricordare.

    Personaggi principali: Coco Bandicoot, Dr. Nitrus Brio, Crash Bandicoot

    Genere e Tags: 'Angst' (drammatico), famiglia, sviluppo del personaggio, studio del personaggio, flashbacks

    Rating: indicativamente dai 13 anni in su. Warnings per: situazioni di pericolo con descrizioni vivide delle emozioni in tali contesti, implicata manipolazione di un personaggio giovane e vulnerabile.

    Lunghezza totale: circa 12000+ parole.

    ~ ~ ~ ~ ~



    Parte 1
    Lunghezza: circa 6800 parole



    La supposta intelligenza di Nitrus Brio era sempre stata un argomento discutibile per chi lo conosceva, ma nessuno avrebbe potuto accusarlo di non essere bravo nel suo lavoro.

    Fu questo il primo pensiero di Coco nel momento in cui assistette all'esplosione della stazione spaziale di Cortex, ben visibile nel cielo notturno.

    Il lampo di luce scomparve tanto improvvisamente tanto quanto era apparso e, un attimo dopo, della stazione non rimanevano che frammenti in rotta di collisione col pianeta. La distruzione della stazione, il Cortex Vortex, metteva fine al secondo piano del loro nemico una volta per tutte.

    Alla vista dello spettacolo di luci, Coco non poté fare a meno di sorridere. Per il momento, lei e Crash erano di nuovo liberi dalle macchinazioni dello scienziato.

    Dopotutto, non era l'unica ad essere assorbita dalla visione. Crash era lì di fianco a lei, catturato se non quasi ipnotizzato dalla scena, occhi spalancati nel tentativo di seguire i resti della stazione nel cielo.

    Il cielo ora ne era ormai pieno: luci di varia intensità e colori caldi correvano attraverso il cielo, in tutte le direzioni, come vere e proprie meteore. Coco stessa non poteva che ritrovarsi a condividere almeno in parti la reazione del fratello: la scena aveva il suo fascino, ed era quasi... catartico vedere il risultato finale di tutte le loro fatiche fino ad ora.

    Dopotutto, cercare le gemme necessarie a fornire energia al super-gadget laser di Brio non era stato facile, cosa che Coco aveva avuto modo di sperimentare personalmente.

    Dopo qualche momento, Coco si sedette sul pavimento di pietra per rilassarsi mentre si godeva lo spettacolo, mentre suo fratello si allontanò leggermente, avvicinandosi al bordo della torre nel tentativo di avere un punto di vista migliore.

    Era talmente presa, e distratta, che si era del tutto dimenticata però del fatto che lei e Crash non erano soli. I suo pensieri tranquilli vennero interrotti bruscamente nel momento in cui udì il chiaro rumore di un colpo di tosse. Da molto. Molto. Vicino.

    Brio si era avvicinato mentre i pensieri di Coco erano altrove, ed era in piedi letteralmente dietro di lei.

    Coco si alzò di scatto, spingendosi via dal pavimento quasi di violenza per via della sorpresa. Forse la sua reazione avrebbe potuto risultare divertente, ma per Coco non c'era nulla di comico in tutto ciò. Tutto ciò che Brio ricevette come saluto fu lo sguardo ostile di Coco.

    Per quanto riguardava Crash, Brio era divenuto un buon'uomo in tutto e per tutto. Anche lo stesso Aku Aku aveva ammesso che, offrendo loro il suo aiuto, lo scienziato aveva dimostrato di essere perlomeno in grado di fare del bene, anche se spinto da motivi personali—nel caso di Brio, la vendetta personale verso il vecchio collega. E aveva mantenuto la parola fino alla fine.

    Ma Coco sapeva bene quale fosse la verità.

    "Che cosa vuoi?" disse seccamente.

    Brio non parve turbato dalla reazione poco amichevole di Coco. Tuttavia, esordì comunque con una scusa. "P-P-Perdonami," bofonchiò con la sua classica balbuzie, "Stavo solo cercando di dare un'occhiata da vicino allo sp-spettacolo. Magnifico, non t-trovi?"

    Invece di rispondere, Coco decise di ignorarlo e tornare a fissare lo spettacolo di stelle cadenti. Tuttavia, capì presto che con la consapevolezza della vicinanza dello scienziato non era più possibile godersi il panorama.

    "D-D-Dopotutto è il frutto del mio lavoro, il risultato del mio ingegno," Brio continuò a parlare, nonostante Coco non lo stesse più considerando. "Cortex non aveva idea di tutto questo. Lui... lui..."

    La frase venne interrotta da un'improvvisa risata incontrollata. Brio impiegò diversi secondi prima di riuscire a riprendersi.

    "Il mio unico r-rimpianto è di non p-poter vedere la sua reazione alla vista della distruzione della sua adorata stazione."

    Brio rimase in silenzio, e Coco sperò che lo scienziato l'avrebbe finalmente lasciata in pace Avrebbe dovuto capire oramai che non era benvoluto, e che lei non aveva intenzione di parlare con lui, no?

    "C-Coco Bandicoot... tu... tu hai mai avuto rimorsi su quanto ti è accaduto?"

    Avrebbe dovuto aspettarselo.

    Questa consapevolezza però non la aiutò a continuare ad ignorare Brio. La domanda toccò qualcosa in lei e non resse il colpo.

    Coco si volse verso di lui per la seconda volta. Aggrottando le soppracciglia, fece in modo di far capire a Brio che questa non era una conversazione cordiale con il suo tono. "A che cosa ti staresti riferendo?"

    "Sai b-bene a cosa mi riferisco—!" un tic nervoso si impossessò di Brio, interrompendo il suo discorso. Coco aspettò che si ricomponesse per finire la sua frase. "L-Lo... lo sappiamo entrambi. Tutto quello che mi chiedo, Coco Bandicoot... è perché tu non ti sia unita a me, quando ne avevi la possibilità."

    Coco diede un'occhiata al fratello. Crash era ancora distratto dalla pioggia di meteore dovuta all'esplosione della stazione.

    Per questa volta, decise che si sarebbe occupata da sola di questo problema.

    "Mi pare di ricordare che ti abbia già detto il motivo della mia scelta, Brio," Coco disse. "E sono stata sufficientemente chiara. Non ti ricordi?"

    "E-Eppure non capisco la tua logica," Brio replicò. "Guarda!"

    Gesticolando verso il cielo, Brio parlò quasi con orgoglio. "Tutto questo è frutto della mia fatica e del mio genio... e avrebbe potuto essere anche tuo! Insieme avremmo potuto raggiungere risultati incredibili, C-Coco Bandicoot. Superiori in tutto e per tutto a qualunque scadente prodotto della mente di Cortex. Eppure, nonostante tutto questo g-g-grandioso futuro... tu ti sei rifiutata di seguirmi."

    "Come puoi anche solo pensare che io possa cambiare idea? Dopo quello che hai fatto? No, non voglio avere alcun ruolo in nessuno dei tuoi piani, Brio. Aiutarti ora è stato solo un modo per distruggere la stazione prima che Cortex potesse usarla di nuovo, ma io so che tu non sei cambiato!"

    "Questo è... c-c-corretto," Brio confermò senza dar segno che l'accusa di Coco lo avesse toccato. "Ma, non f-fraintendermi. Non ho più alcun interesse nei tuoi confronti. R-Riconosco che tu... tu sia un caso perso. Tuttavia, ancora oggi penso a quando, in passato, tu eri... diversa. Ed avresti p-p-potuto essere molto di più di un semplice fratello di un esperimento fallito di uno scienziato fallito, parte di questa specie di... di famiglia surrogata. No... insieme a me, avremmo potuto fermare Cortex prima che il suo piano dei Cortex Commandos si rivoltasse contro di lui in modo irreversibile—avremmo potuto batterlo e fare qualcosa di meglio! Avremmo p-potuto avere tutta la gloria per noi... e tu... tu... hai buttato via tutto!"

    Le sue parole non ebbero alcun effetto sull'esppressione accigliata di Coco. "Ho fatto pace con le mie decisioni, Brio. Se tu non hai fatto lo stesso, non è affare mio."

    Brio emise un grugnito, incassando la replica. Coco sperò che la questione fosse chiusa—dopotutto, pensava che Brio non si aspettasse un atteggiamento tanto aggressivo e determinato da parte sua.

    Ma Brio sapeva essere testardo.

    "Forse è c-c-come dici. Però, di q-qualcosa sono sicuro. So che il mio lavoro è superiore a quello di Cortex. So che le mie invenzioni, le mie c-creazioni, funzionano sempre come previsto."

    Coco questa volta non poté evitare di sgranare gli occhi.

    "Ma le c-cose non andarono così... con te. Anche all'inizio, t-tu eri diversa. Tu e-eri... diversa da quello che mi aspettavo."

    Una serie di immagini oramai dimenticate riapparvero improssimente nella mente di Coco. Memorie che aveva cercato di reprimere e nascondere negli scorsi mesi, coperte da ricordi più recenti e sopratutto a lei più cari, ricordi che includevano Crash e Aku Aku. Tuttavia, Coco non poteva dimenticare del tutto il suo passato.

    E le parole di Brio riuscirono finalmente a riportarla indietro.

    "Sono p-perplesso... e odio non avere chiaro cosa sia successo, Coco Bandicoot." Brio continuò a parlare come se non avesse notato il cambiamento di atteggiamento di Coco. "P-Perché stavi diventando... diversa, già allora, ma eri... eri ancora dalla mia parte. Che cosa è cambiato, da allora? Perché...?"

    ~ ~ ~ ~ ~



    "Perché Cortex è un t-t-tale idiota!?" Brio ringhiò sottovoce.

    Non ricevette risposta, il ché era comprensibile dato che era solo. Brio stava camminando nei corridoi interni del castello di Cortex, ed era in effetti quello che voleva—non era ancora del tutto sicuro di quanto fosse forte la lealtà dei mutati servitori di Cortex, e non aveva certo bisogno di ulteriori motivi per litigare con il suo collega.

    Tiny Tiger e i Fratelli Komodo erano forse coloro che Brio riteneva essere più orientati a schierarsi con lui. Ma Tiny era tanto leale a Cortex quanto lo era a lui, e Brio aveva qualche dubbio circa i due rettili mutanti e la loro possibile vocazione per il tradimento. Forse avrebbe potuto convincere Ripper Roo a seguirlo, considerando la sua personalità quantomeno esplosiva, ma sarebbe comunque stato un salto nel buio. No... non poteva fidarsi di nessun mutante nel castello.

    Tranne per uno. Lo stesso che Brio aveva intenzione di incontrare.

    "Il Vortex non è pronto... l'ho ripetuto più e più volte, ma quell'imbecille non vuole saperne di ascoltare!" Brio continuò a lamentarsi tra sé e sé.

    Era ormai questione di giorni prima che Cortex tentasse un vero e proprio esperimento con il Vortex. Né lui né Brio avevano ben chiari quale sarebbe stato l'esito dell'uso diretto del Vortex su uno delle creazioni mutanti dei due scienziati, ma Cortex era troppo orgoglioso per tenere in considerazione possibili effetti collaterali. Il Vortex poteva presentare problemi, poteva addirittura avere l'effetto opposto e rivoltare il mutante scelto contro Cortex stesso se non tutti loro!

    Ma Cortex era ancora convinto nonostante i dubbi di Brio... e non aveva neppure voluto rivelargli quale sarebbe stato l'animale mutante prescelto per il Vortex. Cosa che lo faceva infurirare ancor di più!

    A questo punto, Brio stava pure riconsiderando la sua collaborazione con Cortex... ma non poteva ignorare i risultati che aveva potuto raggiungere qui.

    Con le risorse di Cortex e—sotto sotto—anche il suo aiuto, quando non si comportava come suo solito, Brio aveva potuto raggiungere delle vere svolte che non si limitivano alla sua specialità in chimica. Avevano creato dozzine di creature mutanti a loro leali e con potenzialità ben al di là di comuni animali o umani. Il Vortex stesso, in origine una semplice idea che esisteva solo come piccoli prototipi, si era concretizzato in una macchina vera e propria.

    Ma la pazienza di Brio aveva un limite, e prendere il controllo con la forza era una possibile opzione per sbloccare la situazione.

    Ma abbettere Cortex era più facile a dirsi che a farsi quando Brio era sostanzialmente solo.

    E questo era uno dei motivi per cui aveva deciso di intraprendere un progetto personale, nascosto con minuzia sia a Cortex che a chiunque altro nel castello. Cortex era troppo immerso nei suoi sogni di gloria per accorgersi di un singolo esemplare mancante nelle gabbie con gli esemplari sottoposti a test, in particolare nella gabbia dei bandicoot. E Brio aveva dovuto semplicemente cambiare qualche parola nelle loro relazioni di fine lavoro per far sì che nulla sembrasse fuori posto. Fatto tutto ciò, Brio aveva avuto solo bisogno di trovare un posto nascosto nel castello dove nessuno sarebbe venuto a mettere il naso. Tutto il resto venne naturalmente da sé.

    E Brio aveva ottenuto un altro successo.

    A differenza di Cortex!

    La smorfia di Brio si tramutò in un sorriso trionfante al pensiero mentre camminava attraverso uno dei piani inferiori del castello, uno dei tanti all'apparenza.

    Cortex tendeva a favorite la forza nelle sue creazioni. Brio riconosceva che questa poteva tornare utile, dopotutto il koala mutante aveva i suoi usi, ma la forza era nulla senza controllo.

    Brio si fermò davanti ad un portale sul muro laterale del corridoio principale. L'entrata era chiusa a chiave da un portone di legno, che Brio si sbrigò ad aprire con un mazzo di chiavi in suo possesso. Dietro ad esso era nascosto un secondo corridoio, molto più piccolo e impolverato e con gli angoli del soffitto ricoperti da ragnatele.

    Uno dei pochi posti che solo Brio conosceva. Anche se Cortex era il padrone del posto, non poteva ricordare ogni anfratto di una rocca così grande... e questo era un potenziale vantaggio.

    Chiuso il passaggio dietro di lui, Brio riprese a camminare, seguendo un percorso che conosceva a memoria ma, in caso di dubbi, era anche segnalato da una serie di torce accese sul muro, lasciate durante le sue precedenti visite. Questa volta ci vollero solo un paio di minuti prima che giungesse a destinazione.

    Alla sua destra Brio aveva passato numerose stanze abbandonate, la maggior parte delle quali era abbandonata da anni e con porte spaccate o assenti. Queste erano celle delle segrete, la stragrande maggior parte delle quali erano state dimenticate da Cortex. Esattamente quello di cui Brio aveva bisogno.

    Si fermò davanti a una di queste celle, chiusa da una porta perfettamente integra—una aggiunta recente.

    Brio bussò sulla porta senza esitare.

    "C-C-Coco?"

    Una voce femminile rispose dall'interno. "Brio! Entra pure!"

    Brio dovette usare una seconda chiave per aprire la porta, e dopo qualche secondo sbloccò il chiavistello ed entrò nella stanza.

    Questa cella, a differenza delle altre, era ben tenuta. La pietra era pulita, in buona parte priva di polvere su tutte le superfici, e non c'erano segni di danni dovuti al tempo. Era anche molto diversa da una cella di prigione: il mobilio era spartano, come originariamente scelto da Brio, ma molte modifiche erano state fatte dalla ospite corrente per renderlo più gradevole.

    C'erano anche altre due porte che collegavano questa cella alle due adiacenti, adibite a scopi diversi. Tutto grazie al suo lavoro: si poteva dire che si era dovuto improvvisare architetto e muratore, e tutto da solo! A differenza di Cortex, Brio sapeva anche quando sporcarsi le mani.

    Tutto questo unicamente per la creatura al momento seduta sulla sedia davanti alla scrivania, sul lato destro della cella. Quando Brio mise piede nella stanza, la bandicoot si volse immediatamente per guardarlo con un sorriso che andava da guancia a guancia.

    "Sono così contenta di vederti!" Coco parlò con entusiasmo. Nel nome del decoro di base Brio provò a pensare ad una risposta a tono, ma tutto ciò che riuscì a offrirle come rispose fu una smorfia.

    Coco non parve infastidita.

    "S-Sì, sì, sono qui," Brio riuscì finalmente a dire. "Un b-b-buon motivo per prendermi una pausa da Cortex e le sue p-pazzie..."

    Non riuscì a contenersi dal parlar male del suo (attuale) superiore. Dopotutto, Coco non aveva intenzione di andare a spifferare nulla... e anche se avesse voluto, non avrebbe potuto. Coco viveva qui... e per vivere, si intende che non poteva neppure uscire.

    "Allora sono contenta che tu ti sia preso una pausa!" Coco continuò a sorridere imperterrita nonostante l'espressione corrucciata di Brio.

    "C-Certo," Brio rispose schiettamente. Si mosse verso la finestra della cella, un piccolo buco bloccato da alcune inferriate di metallo, e diede uno sguardo al paesaggio visibile da lì. Anche se erano molto in basso rispetto al resto del castello, erano comunque molto in alto rispetto al resto dell'isola, e Brio poteva vedere chiaramente in lontananza anche l'isola Wumpa e l'isola N.Sane.

    "I tuoi studi, Coco," Brio disse dopo alcuni secondi di silenzio. "Come p-procedono?"

    "Oh, tutto a gonfie vele!" Coco rispose. "Ho appena finito la seconda parte del corso di matematica che mi hai lasciato durante l'ultima tua visita."

    "Cinquantadue elevato alla terza. Qual è il risultato, Coco?"

    Coco non rispose subito, per la prima volta presa di sorpresa dalla domanda di Brio. "Ehi, ho appena imparato a calcolare le derivate delle funzioni, e mi chiedi un semplice calcolo? Comunque, il risultato è cento... uh... cento trenta...?"

    "Lascia p-perdere, volevo chiarirmi un dubbio," Brio riprese, senza dare il tempo a Coco di finire la sua risposta. "La risposta è comuqnue centoquaranta-mila e seicento-otto."

    Coco non stava più sorridendo. Come aveva potuto sbagliare? Brio pretendeva sempre il massimo da lei, era suo dovere rendere fiera l'unica persona che conosceva!

    L'unica persona che aveva potuto conoscere, da quando aveva memoria...

    Ma non aveva bisogno di altri. Brio le aveva spiegato che lei era un caso speciale, se solo lo avesse dimostrato con i fatti e i risultati. Per di più, se tutti erano come questo 'Cortex' che Brio detestava, Coco non aveva neppure tutta questa fretta di fare amicizia con sconosciuti. Poteva decisamente fare a meno di incontrare Neo di persona.

    Coco si era persa nei suoi pensieri, tanto che non notò Brio avvicinarsi a lei. Quando si accorse della vicinanza dello scienziato, Coco non riuscì a dare un piccolo 'uh!' di sorpresa. Brio la ignorò e iniziò a sfogliare e leggere i fogli che aveva lasciato sulla scrivania.

    "...nonostante tutto, le cose v-v-vanno... per il verso giusto," Brio brontolò. Coco si sentì rinvigorire immediatamente al complimento. "Stai imparando molto velocemente, molto p-p-più di qualunque studente umano, e decisamente più delle altre, uhm... creature.

    "Creature?" Coco ripeté. Brio aveva parlato solo di Cortex fino ad ora. Questo era... qualcosa di nuovo. Quella parola... era capitato che Brio si rifesse a lei come creatura. Quindi, forse...?

    "Quali... quali altre creature?"

    "Nulla di importante," Brio rispose, cambiando subito argomento. "Ad ogni modo, è evidente che tu abbia ancora problemi nell'apprendere la matematica e nella reattività, ma sono cose su cui possiamo ancora lavorare, col tempo."

    Il fatto che Brio fosse più preoccupato nel criticare i suoi risultati più che rispondere alla sua domanda infastidì Coco, ma decise di tenere il pensiero per sé.

    "La strada davanti a noi è ancora lunga... e questo potrebbe essere un problema. Se Cortex continua a prendere decisioni avventate, saremo costretti ad andare più spediti con la tua educazione, Coco." Brio parlava in modo quasi mortalmente serio. Erano passati diversi secondi dall'ultima volta dove la balbuzie si era manifestata!

    Brio iniziò ad armeggiare con qualcosa nascostro dentro al suo camicie verde. Prima che Coco potesse domandargli che cosa stesse cercando, Brio tirò finalmente fuori l'oggetto e lo porse a lei.

    "Questo è un computer portatile, C-C-Coco. D'ora in poi questo sarà il tuo laptop personale," le spiegò. "Imparerai a destreggiarti con la programmazione, l'hacking e come utilizzare questi strumenti per i nostri scopi."

    Coco guardò l'arnese con sorpresa e confusione. Non aveva visto mai nulla del genere prima d'ora. "È... strano. Cosa... cosa vuoi che faccia con questo in particolare?"

    "Lo capirai p-p-presto. Per ora, aprilo ed accendilo. Lo ho recuperato da un cestin—ehm, con metodi alternativi, quindi dobbiamo testarlo."

    'A quanto pare, i Potoroo anche se mutati non nutrono grande interesse per informatica. Sicuramente Pinstripe non ne sentirà la mancanza, è più interessato a business e mitra leggeri dopotutto,' Brio pensò, evitando di aggiungere il pensiero alla spiegazione. Coco aprise il laptop come da istruzioni, ma poi semplicemente guardò Brio con ulteriore confusione. Lo scienziato brontolò quacosa tra i denti e fece un cenno verso uno dei molti bottoni della tastiera.

    "Premi il tasto di a-a-accesione, Coco."

    Coco esitò per un momento prima di fare come detto, ma alla fine si convinse di seguire il suggerimento. Il computer emise un rumore non appena Coco udì il 'click' del tasto, seguito dallo schermo illuminato pochi secondi dopo, mostrando la sequenza di avvio.

    "O-O-Ottimo," Brio disse. Mentre Coco guardava con crescente curiosità lo schermo, tirò fuori una serie di fogli e libri che mise sulla scrivania. "In queste carte troverai le basi per il lavoro che dovrai fare, ma non potrò aiutarti più di c-c-così. P-P-Preferisco la chimica, personalmente..."

    Coco non si rese neppure conto delle ultime parole di Brio. Il suo sguardo era fisso sullo schermo; le lettere e numeri che scorrevano sullo schermo avevano la sua totale attenzione. Quando finalmente il laptop completò la sequenza di avvio e il desktop si mostrò a Coco, lei non potè fare a meno di lasciarsi scappare una esclamazione di sorpresa.

    Le sue mani erano già sulla tastiera. Aveva l'impressione di star facendo una scoperta incredibile, di qualcosa in grado di catturare la sua attenzione come poche cosa prima.

    "Oh? Stai imparando p-più velocemente di quanto prevedessi... bene," Brio commentò. "Spero che quando tornerò avrai imparato anche più di quanto sappia io s-stesso."

    Brio si voltò e fece per andarsene senza elaborare oltre. Non appena Coco si accorse della cosa, questa dimenticò immediatamente il laptop. "Ehi! Ehi, Brio, aspetta!"

    Brio diede un'occhiata torva alla ragazza con la coda dell'occhio. "Ho i miei problemi a cui pensare, Coco, non posso—"

    "Lo so, lo so, e mi dispiace," Coco rispose onestamente. Non le piaceva contrariare Brio, ma c'era qualcosa che voleva dirgli da molto tempo. "Volevo solo chiederti... sarebbe possibile per me lasciarmi... uhm, passeggiare fuori da queste stanze? Per il castello?"

    L'espressione che contorse la fraccia di Brio diede l'impressione a Coco che i suoi occhi stessero per uscirgli dalle orbite. La cosa si convertì presto in una serie di colpi di tosse.

    "C-C-Cosa!?"

    "No, aspetta, non voglio andarmene! Continuerò a lavorare duro, come mi hai chiesto. Volevo... volevo solo esplorare questo posto, Brio. Mi puoi anche accompagnare se la cosa ti preoccupa, anche solo per qualche minuto, e poi sarò subito di ritorno qui per studiare. Lo prometto!"

    Brio riuscì a calmarsi, resistendo alla tentazione di prendere una delle sue pozioni e berla tutta d'un fiato seduta stante.

    Doveva aspettarsi che qualcosa del genere sarebbe successo, prima o poi. Brio sapeva cosa fare—doveva solo stare calmo e non fare errori.

    "Questo non è p-p-possibile, Coco," Brio rispose, guardando Coco con attenzione. Non fu difficile per lui notare la sua delusione.

    "...m-mi dispiace," Coco rispose. "Io... io volevo solo, beh... non sono sicura di cosa. Ho pensato che sarebbe stato interessante vedere qualcosa fuori di qui, almeno... almeno per una volta."

    I suoi occhi caddero sulla finestra della cella, l'unica vera apertura verso il mondo esterno che aveva a disposizione. Brio pensò per qualche secondo prima di replicare.

    "Ci sono condizioni... scomode che dobbiamo rispettare, Coco," spiegò. "S-S-Sappi però che tutto questo cambierà, un giorno."

    "C-Cosa vuoi dire?"

    "Un giorno, Cortex non sarà il capo di questo posto. Lo so con c-c-certezza!"

    'E so che sarò io a prendere il suo posto.' Brio si tenne intelligentemente anche questo pensiero per sé.

    "Quando questo accadrà, Coco, anche tu avrai accesso a spazi e strumenti che al momento non sono disponibili."

    Coco non aveva mai sentito Brio parlare in questo modo. La cosa la spaventava. "C-Che vuoi dire?"

    "Dico che saremo una forza inarrestabile!" Brio si rese conto che si stava facendo prendere dalla foga, quindi aggiunse, "Ed in particolare, raggiungeremo grandi imprese dove Cortex ha fallito." Dovette anche forzarsi per non lasciarsi andare in una risata incontrollata.

    Che cosa intendesse Brio nello specifico rimase un mistero per Coco. C'erano nuovi dubbi nella sua testa, come se avesse visto un lato dello scienziato che non aveva mai considerato questo potesse avere. Anche se fosse però...

    L'immagine era invitante. Sarebbe stato bello lavorare con lui, invece che essere limitata ai suoi solitari studi nella sua stanza. Era lui dopotutto che le aveva dato un posto dove vivere, un posto sicuro—per quanto ricordasse, perlomeno. Ed era stato lui a portarle la scatola magica—cioé, il computer portatile! Brio doveva avere le sue motivazioni per tenersi molti dettagli per sé. Per ora, non poteva che fidarsi di lui.

    "Ora... ora credo di capire. Grazie, Brio."

    Brio fece un cenno con il capo. "Pazienza, bandicoot, ed entrambi saremo premiati." Coco non lo fermò quando si voltò per andarsene una seconda volta, così fu libero di uscire e chiudere la porta dietro di sé.

    Dieci minuti. Erano passati dieci minuti dal suo arrivo, e se ne era già andato. Ed era la sua prima visita da due giorni.

    Brio non era il tipo da mostrare affetto platealmente, ma Coco aveva comunque notato il suo crescente ritardo durante le visite alla cella. La cosa la turbava più dello strano comportamento di Brio.

    Anche se non lo dava a vedere, Coco aveva sempre creduto che sotto sotto ci teneva, abbastanza da tenerla a mente quando non era qui con lei. Ora però, con queste assenze sempre più lunghe?

    'No!' Coco scacciò il pensiero dalla sua testa. 'Mi fido di lui, devo fidarmi di lui! Lui... è tutto quello che ho.'

    Era tutto quello che aveva... ma ora Coco era di nuovo chiusa a chiave nella camera, isolata da Brio, Cortex e chiunque fossero le 'creature' menzionate da Brio. A questo punto anche incontrare e conoscere Cortex, di cui Brio non aveva dipinto un ritratto piacevole, appariva come una novità che Coco avrebbe accettato di buon grado. Questo e molto altro le correva per i suoi pensieri quando lasciava andare la sua immaginazione, sdraiata a letto oppure mentre cercava di riconoscere qualche nuovo dettaglio del paesaggio visibile dalla finestra.

    La finestra in sé era tecnicamente una possibile via verso l'esterno, ma Coco era sufficientemente conscia del pericolo rappresentato da una caduta di almeno 40 metri, forse molti di più. Era bloccata qui, volente o nolente.

    Una piccola lacrima le scese sulla guancia. Coco se la asciugò praticamente subito con una manica della t-shirt.

    'Posso farcela,' Coco pensò, portando la sua attenzione di nuovo al computer portatile. Si sedette e iniziò con determinazione a lavorare.

    'Devo solo tenere duro. Posso farcela!'

    ~ ~ ~ ~ ~



    "Tu mi rispettavi, in passato, C-C-Coco Bandicoot," Brio disse. "Un tempo tu non volevi altro che collaborare con me... ed era quello che io stesso prevedevo di fare, almeno all'inizio. Cortex Comandos? No, no, volevo qualcosa di meglio, qualcosa di veramente grandioso!"

    Si lanciò in una risata malefica, ma Brio si interruppe quando la voce di Coco intervenne. "Se hai intenzione di continuare così e basta, puoi anche chiudere la bocca, Brio."

    La risata si trasformò in un ennesimo attacco di tosse. Quando Brio riuscì a riprendersi, si limitò ad alzare un soppracciglio verso di lei.

    "L'unica cosa logica che hai detto è che quel tempo era il passato," riprese Coco. "Ho deciso, da sola e di mia volontà, di andare per la mia strada, e lo farei ancora! E tu sai benissimo perché lo ho fatto!"

    Brio non sembrò impressionato dalla sua replica, né tantomeno dal fatto che Coco stava diventando sempre più nervosa man mano che parlavano.

    "Lo r-r-ricordo bene," rispose. "E dovresti ricordare anche tu. Dovresti sapere p-p-perché ho fatto quello che ho fatto... dopotutto te lo spiegai, no?"

    Coco non voleva farlo, ma rispose comunque con tono di sconfitta. "Sì..."

    "Esatto. E nonostante questo, hai deciso comunque di a-a-andare per la tua strada, come hai detto... ed ora eccoti qui."

    Il tono accusatorio ora non era per nulla nascosto. Coco avrebbe voluto rispondergli a tono, facendogli presente che a lei non importava più di quello che pensava.

    Ma lo sguardo di Brio stava iniziando ad essere molto, molto fastidioso. Non tanto perché appariva minaccioso, o perché Brio non fosse esattamente un uomo elegante.

    No... al contrario, era perché Coco conosceva quello sguardo.

    "Cosa è veramente cambiato, Coco? Cosa ti ha portato a smettere di portarmi il rispetto che mi merito? Che cosa... che c-c-cosa ti ha fatto cambiare?"

    ~ ~ ~ ~ ~



    Coco esultò, saltando sulla sedia e alzando i pugni con grande soddisfazione. "Yuu-uuh!"

    Per il momento, si dimenticò dei rimproveri di Brio circa la necessità di rimanere in silenzio. Era troppo contenta di sé per esimersi dal festeggiare questo momento.

    C'era riuscita! In un qualche modo che non le era del tutto chiaro, ma ce l'aveva fatta. Aveva passato una intera settimana al lavoro sul laptop, spendendo ore con gli occhi fissi sullo schermo mentre digitava o correggeva righe su righe di codice. Le cose si erano fatte lunghe, ma ora questo programma funzionava come doveva.

    Ci era riuscita, e questo... questo doveva aiutarla ad uscire da qui.

    L'ultima visita del dottor Brio non era andata bene. Lo scienziato si era mostrato molto contrariato: per qualche ragione, Brio non apprezzava più il modo di approcciare il lavoro che Coco stava iniziando ad assumere, senza contare il suo interesse per cose al di fuori del lavoro in sé. Coco faceva sempre più domande, mostrando la sua crescente curiosità, e aveva iniziato di sua iniziativa ad applicare alcune... colorate modifiche al mobilio delle stanze dove viveva, sempre di più ed a volte ignorando i commenti dubbiosi dello scienziato.

    Coco stessa a sua volta era sempre meno volenterosa di pazientare col burbero scienziato. Ora però, con questo nuovo risultato concreto, era sicura che le cose sarebbero cambiate per il meglio. Il nuovo programma dimostrava quanto aveva appreso fin'ora, e le forniva anche un punto di partenza per diventare una vera e propria esperta in informatica e forse di più. Brio non avrebbe potuto ignorare tutto questo; Coco era sicura che non avrebbe voluto neppure farlo non appena avesse visto i frutti della sua vera e propria passione.

    Era un nuovo punto di svolta. O almeno così credeva... ma Coco si rifiutò di considerare ogni genere di dubbio. Doveva funzionare! Ora le sarebbe bastato aspettare e—

    Passi, forti e veloci. Coco si volse verso la porta, momentaneamente presa alla sprovvista.

    Era... era già qui!? Non poteva credere alla sua stessa fortuna. Erano passati soli tre giorni dalla sua ultima visita!

    'Ok Coco, niente panico!' pensò. 'È tutto sotto controllo. Sarà fiero di te, lo sai!'

    Tuttavia, il sorriso di Coco sparì non appena Brio entrò nella stanza. C'era qualcosa che non andava, e lei lo capì subito.

    In tutte le settimane passate da quando Brio le aveva dato un posto dove vivere, Coco non l'aveva mai visto praticamente correre dentro alla cella, sbattendo con violenza la porta e con i passi che risuonavano per il corridoio dietro di lui. Brio stesso le aveva sempre fatto notare l'importanza di fare silenzio, ma quelle lezioni parevano dimenticate al momento.

    Brio squadrò la stanza, voltandosi a destra e sinistra per controllare ogni angolo come se si aspettasse che qualcosa, o qualcuno, apparisse da un momento all'altro.

    Mentre Brio mugugliava qualcosa tra sé a sé, Coco cerco di capire cosa stesse succedendo senza parlare. Cosa era successo? Non aveva mai visto Brio comportarsi così, neanche se infastidito dalle domande di Coco o dall'ennesima decisione infausta di Cortex.

    La preoccupazione alla fine ebbe la meglio sulla sua esitazione "...Brio?"

    Gli occhi di Brio si mossero per guardarla, e per un momento Coco ebbe l'impressione che lui fosse addirittura sorpreso dalla sua presenza. Ma questo durò solo un attimo.

    "Ah, C-Coco!" Brio parlò con fatica, la balbuzie pareva peggiorata. "Giusto, g-giusto. Ci sono b-b-brutte notizie... agh, non posso crederci! Quella testa di legno, l'ha fatto... e io l'a-a-avevo avvertito!"

    "Cortex?"

    "Certo, lui, lui!" Briò continuò il suo monologo senza attendere ulteriori interventi di Coco. "Ha usato il Vortex, lo ha u-u-usato su uno dei nostri mutanti, quel s-s-sottoprodotto dell'accademia... 'Questo Bandicoot sarà il mio generale e guiderà i miei Cortex Commando alla conquista del mondo!' ha detto! Puah!"

    "...b-bandicoot?"

    Brio aveva raccontato ben poco a Coco delle sue origini, ma col passare dei giorni la ragazza era diventata sempre più scaltra nel carpire informazioni dai sermoni autoreferenziali di Brio e unire i punti di ogni piccolo indizio che si lasciava scappare. Coco sapeva di essere una bandicoot, mutata dall'animale di origine con una macchina costruita per questo scopo, e che nel castello ed isole intorno c'erano altri mutanti come lei.

    Coco covava una certa curiosità di conoscerli, ma fino ad ora si era tenuta i suoi pensieri per sé, per rispetto verso Brio e per via della mancanza di dettagli. Ma ora...

    Un altro... bandicoot?

    "Stai dicendo che c'è un altro—?" Coco iniziò.

    "Perché scegliere quel dannato bandicoot?" Briò riprese, ignorando la domanda di Coco. "Quel b-bandicoot, e per un piano così... così ingenuo! I mutanti non avevano mai avuto b-bisogno di un comandante, svolgevano il loro lavoro così come erano... con risultati altalenanti, in effetti, ma il p-p-punto non è questo!"

    Brio guardò Coco, e lei ebbe l'impressione che la stesse accusando di qualcosa. "Neo ha voluto comunque fare di testa sua... ed ora questo è il risultato. Crash è in libertà per le isole... e la colpa è s-s-solo sua!"

    "B-Brio? Mi... mi stai spaventando..." Coco confessò. Non ebbe altro modo di replicare allo sfogo di Brio; la sua mente era piena di domande, ma il comportamento di Brio era troppo... fuori dagli schemi, dalle aspettative che Coco si era creata nel corso delle settimane spese nella cella.

    Coco non capiva neppure del tutto la gravità della situazione. La faccenda la incuriosiva, ma la preoccupazione di Brio la stava contagiando. Questi... Cortex Commando erano qualcosa di totalmente nuovo per lei. Aveva interpretato Cortex come un rivale di Brio in laboratorio, ma questo?

    A che cosa stavano realmente lavorando i due scienziati?

    E... e che ruolo aveva avuto questo 'Crash' in tutto ciò?

    Brio parve riprendersi dalla sua rabbia, e guardò di nuovo Coco. "S-Spaventando? Che c-cosa...?"

    Coco fece per rispondere, ma poi Brio continuò. "No, no, non è questa la reazione che d-d-dovresti avere. Non devi p-p-preoccuparti di Cortex, non... mmh, lascia perdere. Coco, sono venuto qui perché in seguito alle azioni del mio c-collega, stiamo esaurendo il nostro tempo. Cortex ha accelerato i lavori sui suoi progetti e con quest'ultimo disastro ho capito che d-dobbiamo muoverci prima di lui."

    Brio aveva recuperato la calma all'apparenza, e Coco decise che questa era la sua occasione. Afferrò il computer portatile sulla scrivania, ancora acceso, e mostrò il capolavoro a schermo a Brio. "Allora guarda qui, Brio! Ho risolto il problema che mi avevi assegnato col programma! Funziona tutto perfettamente!"

    Un problema di programmazione molto complesso, che Brio le aveva lasciato da risolvere più di una settimana prima. Le aveva anche detto che questa era la sua occasione per dimostrare la sua abilità acquisita col lavoro al computer.

    E così aveva fatto! 'Sono sicura che questo gli tirerà su il morale. Sarà fiero di me!'

    Brio si grattò un occhio e osservò lo schermo per qualche secondo.

    "Bene," commentò freddamente. "Bene... ma non abbastanza."

    Coco fece del suo meglio per non perdere la presa sul portatile e lasciarlo cadere. "Non... a-abbastanza?" ripeté, non capendo.

    "P-P-Precisamente."

    Coco chiuse il coperchio del portatile e lo avvicinò a se, come se lo stesse abbracciando... o proteggendo da Brio mentre continuava a parlare. "Cortex ha passato il segno, Coco, e avremo bisogno di qualcosa di meglio per tenere il passo."

    La balbuzie pareva sparita nel momento di massima serietà, e la cosa fece rabbrividire Coco. "Ora mi dedicherò con il mio... 'caro' collega a risolvere il problema del bandicoot. Dopo che ci saremo sbarazzati di lui, dovrò pensare ad un modo per sbarazzarmi di Cortex e prendere le redini di questo caos prima che sia troppo tardi."

    Questa non era certo una buona notizia per Coco; oramai aveva capito la volontà di Brio di prendere il posto del suo collega come leader nel castello, con le buone o le cattive. Ma lo sguardo freddo e calcolatore di Brio rivolto verso di lei era qualcosa di totalmente nuovo, e Coco si sentì imbarazzata e... impaurita? Era come se Brio la stesse giudicando su qualcosa che lei non conosceva.

    "Tu, Coco, rimarrai qui al lavoro, e dovrai raddoppiare i tuoi sforzi. Nel giro di una settimana, mi a-a-aspetto di risolvere il problema di Cortex e della sua recente creazione, e per tale momento tu dovrai essere p-p-pronta."

    Sentirlo incespicare di nuovo sulle parole suonò di nuovo familiare a Coco. E a quel punto, non riuscì più a contenersi.

    "Ma... ma, Brio," Coco parlò con un tono via via sempre più acceso. "Tu avevi detto che questo era il mio 'test finale'. Io... io ti avevo chiesto di permettermi di fare almeno un piccolo giro per il castello, di permettermi di lasciare almeno questa stanza per un momento, e tu mi avevi promesso che questo sarebbe successo dopo aver finito quest'ultimo progetto!"

    "Q-Questo è vero," Brio replicò, "ma gli ultimi eventi imprevisti hanno fatto cambiare i piani di noi tutti, Coco. Mi aspetto che tu c-c-capisca."

    'Mi aspetto che tu capisca?'

    Brio pareva completamente all'oscuro di quanto la cosa turbasse Coco. Aveva parlato con totale sincerità e mancanza di empatia nei suoi confronti, e come le aveva detto... si aspettava che lei semplicemente accettasse la cosa seduta stante, come se fosse una conclusione ovvia date le circostanze.

    Forse questo era vero... ma a Coco non importava.

    Il suo rispetto per Brio iniziò a venire meno in quel momento. Coco era rimasta sveglia per più di una notte insonne, aveva sudato e anche pianto mentre versava ore di lavoro nell'ultimo compito che le era stato assegnato. Aveva fatto tutto quello che poteva per completarlo prima della sua visita successiva ed evitare così un ennesimo disappunto. Coco con tutto il cuore sperava, pensava che Brio sarebbe stato soddisfatto questa volta, abbastanza da esaudire il suo piccolo desiderio.

    Non le pareva neppure chissà quale richiesta! Coco voleva solo camminare fuori da questa stanza che giorno dopo giorno sentiva essere più una prigione. Voleva visitare le parti inferiori del castello in modo da stare comunque alla larga da occhi indiscreti. Non aveva chiesto di andare in cima, lasciare il castello o addirittura incontrare Cortex in persona. Le sarebbe bastato poco, solo il minimo per farle vedere qualcosa da questa maledetta cella, l'unico posto che conosceva da... da quando aveva memoria. Quanto tempo era passato? Settimane? Mesi?

    Tutto questo tempo, tutta la fatica che Coco aveva fatto... ed ora, Brio per l'ennesima volta si rifiutò di liberarla.

    "T-Tu non puoi...! Non puoi rifiutarti di lasciarmi andare, così... così come se niente fosse!" Coco esclamò. "Non puoi!"

    Brio non si aspettava questa reazione, evidentemente, visto che fece un passo indietro e i suoi occhi la guardarono per un momento con sincera confusione.

    "Io posso," Brio alla fine rispose. "E non tollelerò—"

    "Ma lo hai promesso!" Coco stava praticamente urlando. "Tu mi hai detto che questo era il mio momento, Brio! Io... i-io non ce la faccio più ad andare avanti in questo modo. Voglio uscire, voglio andarmene da questo posto! Parli sempre di Cortex e dei suoi errori, ma hai parlato anche di cose, di cose che stanno al di fuori di questa stanza, di questo castello, e non mi hai mai, mai spiegato nulla! Io voglio capire, voglio conoscere tutto questo!"

    Coco aveva perso il controllò, ma non si fermò. Sapeva di aver passato il Rubicone e di non poter tornare indietro.

    "E hai parlato di altre persone, tolti te e Cortex là fuori, persone—mutanti come me! Hai appena detto che c'è un bandicoot libero nelle isole, un bandicoot come me! E mentre quel bandicoot è là fuori, io dovrei rimanere ancora chiusa qui dentro a studiare e lavorare senza sapere il perché! Perché dovrei farlo, Brio, perché?!"

    "...perché è quello che devi fare, Coco." Brio ora era visibilmente contrariato, anche se il suo tono era ancora freddo e, stranamente, neutrale. "È ciò che mi aspetto, che prevedo da te."

    La risposta misteriosa lasciò Coco incredula. "Ma... ma tu hai detto..."

    Come poteva rispondergli? Era come se Brio avesse appena risposto con una legge universale che lei non conosceva. E Coco, nonostante il suo duro lavoro, non conosceva ancora bene gran parte del mondo.

    Ma la frustrazione di Coco era vera, e più forte delle deboli giustificazioni di Brio.

    E quella frustrazione, alla fine, si trasformò in rabbia.

    "Tu mi hai mentito!" Coco esplose. "Tu non mi ascolti, Brio, non lo f-fai mai! Io pensavo che avresti fatto questo per me, e invece mi hai mentito! Sei un bugiardo, sei un—!"

    ZAAP!

    Coco gridò e, nell'indietreggiare, inciampò e cadde indietro. Il portatile le scappò dalle mani, rimbalzando sul pavimento, ma era troppo terrorizzata perché gli importasse. Continuò a strisciare indietrò finché la sua schiena non incontro il muro più vicino.

    Coco guardò con occhi sgranati Brio e l'arma che teneva in mano. Non poteva capire che cosa fosse, ma l'esito del suo uso era più che sufficiente per comprendere cosa significasse. Brio aveva sparato ad piccolo tavolino nei pressi del letto di Coco, e questo... era stato vaporizzato in un istante. Rimanevano solo alcuni pezzi di legno fumanti e rossi come braci, e un'area bruciata sulla pietra intorno.

    L'attenzione di Brio però non fu sull'effetto della sua arma... ma era tutta per Coco.

    "F-Forse non ti è chiara la situazione, Coco. Tu devi stare qui, perché ti ho creata, e l'ho fatto con il preciso scopo di farti stare qui fintanto che lo vorrò," Brio disse. "Faresti bene a tenerlo in mente. Tu... tu esisti per fare grandi cose, ma dovrai attendere finché non sarò io a decidere quando arriverà il momento giusto."

    Brio scosse la testa. "Se s-s-saremo fortunati, Cortex non sarà più un problema molto p-presto, e sia io che te saremo liberi di prendere il suo posto. Ma fino ad allora..."

    Alzò di nuovo la pistola al plasma, mirando verso di lei. A Coco mancò quasi il respiro.

    "...ti consiglio di ricordare sempre le conseguenze, se vedrò di nuovo un comportamento del genere da parte tua."

    Brio fece per andare verso la porta. "Mi aspetto che tu non perda tempo, Coco. Ritornerò non appena avremo risolto la situazione del b-b-bandicoot e avrò un piano su come occuparci di Cortex... e per tale momento, dovrò trovarti p-pronta."

    Senza attendere una risposta, Brio lasciò la stanza, chiudendo come sempre a chiave la porta dietrò di sé.

    Ovviamente, non ebbe alcun tipo di reazione nel sentire il pianto attraverso i muri pochi momenti dopo.
  7. .
    Voto Spyro Adventure perché Crashstefano mi ha convinto lol
  8. .
    Voto Spyro Season of Ice anche io.

    Sì A Hero's Tail è bello, un buon gioco anche se forse gli manca un po' di personalità (ma è un commento personale più che altro).

    Non ho molti dubbi sullo sceglierlo sopra i titoli GBA, quindi anche nei prossimi 3 round non avrò dubbi; in particolare però sarà divertente vedere se cade uno tra Spyro 2 e Spyro 3 Reignited prima di lui quando verrà il momento :asd:
  9. .
    Voto Spyro Season of Ice, oltre al fatto che ormai Crashstefano mi ha convinto con i suoi commenti, e che di solito questo gioco è considerato una partenza debole per una serie portatile che poi si rialza con i successivi, l'Alba del Drago versione home console è l'unico TLOS che ritengo mi sia piaciuto nel complesso (e non solo in alcune sue parti), anche se non è comunque esattamente un giocone anche lui.

    Capisco perché probabilmente verrà fatto fuori ora chiaramente (ed io stesso inizierei ad avere dubbi dal prossimo round in poi), ma comunque non contribuirò alla sua dipartita per il momento :)
  10. .
    TomRus47 qual è il gioco ludicamente complesso 'che gira sui tostapane'?
  11. .
    CITAZIONE (cortex300 @ 26/1/2024, 11:08) 
    CITAZIONE (piat @ 26/1/2024, 01:45) 
    e i compianti Vicarious

    Ironicamente Vicarious Visions, ovvero l'attuale Blizzard Albany, non sembra essere stata colpita dai licenziamenti.

    Almeno una buona notizia (+ o -) :O io davo per scontato che i VV fossero stati letteralmente sbrindellati tra i vari studi Blizzard, non che fossero ancora un ufficio a parte (mi sbagliavo evidentemente). Anche se comunque sono Blizz quindi lavorano esclusivamente su quei giochi, mi pare di capire.

    C'entra relativamente con il nostro discorso Crash/Spyro ma ci sarà da vedere anche se qualcosa in Blizzard in particolare cambierà, in termini di danni, dopo questa ondata di licensiamenti (qualche interesse per alcuni dei loro titoli lo avevo e lo ho tutt'ora). Per ora sappiamo solo che hanno silurato la figura a capo di quella ala di ActiBlizz + varie persone in altri team Blizzard compreso l'intero team che era al lavoro sul gioco survival (che è stato cancellato di conseguenza di questi licenziamenti).
  12. .
    Sono moderatamente adirato (eufemismo) per questa storia.

    Spero con tutto il cuore che T4B abbia modo di risollevarsi da questa perdita, veramente non si meritano di finire nel tritacarne, anche se in generale mi dispiace un sacco per tutti gli studi degli Xbox Game Studios colpiti da questi lay-off e i lavoratori stessi, anche se non seguo le loro produzione più di tanto (le SH che ho presente bene alla fine sono solo quelle che hanno lavorato su Crash e Spyro, ossia T4B, Beenox - sicuramente colpiti come sono stati colpiti gli altri studi al lavoro su CoD - e i compianti Vicarious, e quelle che fanno Age of Empires, che sono tutte per fortuna indipendenti da Microsoft tranne lo studio che fa gestione del franchise).
  13. .
    Spyro Season of Ice.
  14. .
    TLOS L'Alba del Drago versione NDS.

    Le cose si faranno un po' più calde dal prossimo turno in poi, direi.
  15. .
    CITAZIONE (cortex300 @ 16/1/2024, 21:05) 
    CITAZIONE (piat @ 16/1/2024, 20:54) 
    (il terzo essendo Kinect-based l'ho scartato a prescindere)

    Quello che ho imparato troppo bene dal fandom di Sonic è che riescono a riesumare giochi malcagati o odiati e li sistemano.

    Ergo: Esiste un porting fanmade di Free Riders che puoi giocarlo senza l'uso del Kinect.

    In realtà anche senza averlo cercato lo immaginavo :asd: cercando info per esempio ho pure visto che esistono (1) una mod espansione di Sonic Riders originale con un botto di nuove feature e aggiunte, pensata per il competitivo e (2) un fangame in via di sviluppo pensato come sequel spirituale di Sonic Riders 1 in unity, tutt'ora ancora attivo. E questo solo per la sottoserie di Sonic Riders. Diventa un oceano di roba se guardiamo al resto del franchise.

    Comunque sono interessato al franchise, ma diciamo che la voglia di iniziare a navigare anche il mare di roba prodotta dal fandom è comunque abbastanza limitata per il momento. Vedremo!

    Edited by piat - 16/1/2024, 22:45
418 replies since 29/3/2020
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