Anima Virtuale

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    Scienziato Malvagio

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    Vi siete mai chiesti cosa proviamo noi, protagonisti di videogiochi? Beh, questa storia la sto scrivendo perché uno dei miei innumerevoli possessori ha pensato cosa succede quando ci fate morire oppure quando rigiocate la storia dall'inizio. Lasciate che ve ne parli, perché vi sorprenderò.

    Molte sono le storie paurose e malvagie dove noi ci stanchiamo di essere pupazzetti nelle vostre mani, ma non temete: non siamo come ci descrivono. I nostri padri, che per voi sono i nostri programmatori, ci creano con tutto l'amore possibile, e sapevano quanto la nostra vita sarebbe stata dura. O almeno, questo lo credevano poco meno di venti anni fa.

    Vedete, all'uscita della prima console Sony, la famosa Playstation One, molti sviluppatori la hanno bombardata con videogiochi senza preoccuparsi delle conseguenze, come avevano già fatto negli anni precedenti con altri sistemi d'intrattenimento, ma un giorno, qualcuno, pensò quello che il mio possessore ha pensato. Ai tempi ero solo un'idea che fluttuava nella struttura, ma ricordo tutto.

    La Naughty Dog, casa di molti successi videoludici, era in fermento. Stavano ideando un marchio che potesse competere con le mascotte sul mercato, ma niente sembrava potesse convincerli. Io ero ancora immaturo, non ancora pronto per quell'epoca, quindi non potevo fare nulla per aiutarli, se non sperare che riuscissero nell'impresa. Il tempo passava, le idee erano sempre più rozze e stupide ed ormai la clessidra stava per finire. Molti persero la speranza, ma colui che diede vita al nostro eroe arancione perseverò, ed alla fine egli nacque.

    Crash Bandicoot, il primo protagonista che avrebbe usufruito della nuova tecnologia studiata per regalarci una vita, era un'idea divenuta realtà. Suo padre lo abbozzò con cura, lo perfezionò con maestria innata e lo rese ciò che oggi lo ha portato ad avere schiere di fan. Eccola lì la mascotte della Sony, pronta per essere implementata nel suo gioco. Ma suo padre, proprio mentre stava per iniziare a programmare il gioco, arrestò i lavori e impose al suo team di realizzare un altro progetto, prima di iniziare con il primo capitolo della saga.

    «Chiunque non sia d'accordo, esca da questa stanza e trovi un altro lavoro. Chi rimane, è vincolato a restare e a non proferire parola di ciò che sto per mostrarvi.» annunciò a gran voce l'uomo, incutendo paura e curiosità a tutti i presenti. Due uomini ed una donna lasciarono l'edificio, e non li vidi più. “Bene, ora gradirei che dirigeste lo sguardo verso quel proiettore.»

    Il team si voltò, ed in pochi secondi apparve sul telo bianco il piccolo bandicoot, che teneva in mano un cartello con scritto “Non abbandonatemi”. Alcuni risero, accusando il programmatore di aver fatto tutto solo per fare scena, ma egli non si scompose.

    «Jason, tu sei l'unico che conosca il suo codice e che mi abbia visto programmarlo. Vorresti venire a dare un'occhiata, e dimostrare a tutti che si tratta di qualcosa di eccezionale?» chiese.

    Jason si diresse verso il suo amico d'infanzia ed iniziò ad analizzare il codice, che intanto era comparso sullo schermo. Dopo aver revisionato più volte quell'ammasso di codici, quest'ultimo rimase a bocca aperta. Quei dati conferivano a Crash di muoversi, attaccare e di saltare, e vi era un'abbozzatura di un codice che permettesse al bandicoot di cambiare espressione facciale, ma nulla che potesse fornirgli la capacità di creare oggetti o addirittura scrivere.

    «Riconosco quel cartello, lo ho programmato io per il livello “Road to Nowhere”, ma sono sicuro di averci scritto “Danger”, non “Non abbandonatemi”.» esclamò stupefatta una ragazza.

    «Crash, puoi sentirci?» chiese speranzoso Andy.

    Il piccolo essere arancione abbassò il cartello ed annui.

    «Incredibile.»

    «Non è possibile...»



    La sala iniziò a farsi caotica, migliaia di domande vennero fatte in meno di due minuti ed alcuni iniziarono addirittura a svenire, meravigliati di essere al cospetto di qualcosa che poteva essere il trampolino di lancio per una nuova era tecnologica, vista solo nei film o letta nelle storie di fantascienza. Il caos spaventò Crash, che temeva sempre più di essere abbandonato o di essere cavia di qualche scienziato. Ironicamente, nel suo gioco lo diventa.

    Andy e Jason videro in che stato emotivo era la loro creazione, e sopprimettero la confusione il più in fretta possibile. Crash, che nel frattanto aveva chiuso gli occhi, ascoltò con interesse la conversazione tra i grandi capi ed i dipendenti.

    «Ascoltate! Il codice di Crash Bandicoot segue una base condivisa da tutti, e dico tutti, i personaggi che noi ed altri creiamo o abbiamo creato! Quindi, se non mi sbaglio, Crash non è il primo della sua specie. Mi sbaglio, piccolo bandicoot?»

    Il piccolo bandicoot fissò il gruppo con aria dubbiosa, o perlomeno ci provò, in quanto il suo codice non era ancora completo, ed annui. Poi, iniziò a gesticolare con la mano, come se volesse chiedere qualcosa. Dopo qualche minuto, uno dei ragazzi del team gli domandò se volesse qualcosa con cui scrivere ed una lavagnetta. L'essere virtuale annui nuovamente, ma questa volta un'espressione felice comparve sul suo volto. Il codice stava funzionando, almeno per quell'animazione.

    «Tom, inizia a programmare un pennarello. Sarah, una lavagnetta. Forza.» comandò Jason, ed i due si misero immediatamente a digitare come pazzi la programmazione necessaria.

    Non vi dirò molto altro, in quanto certi segreti devono rimanere segreti, ma Crash spiegò loro come tutti i personaggi fossero collegati dal codice base, e di come esso fosse una sorta di anima per tutti loro, che permetteva loro di comunicare. Sembra una cosa fantascientifica, ma è tutto reale. Crash chiese, a nome di tutti, un sistema per interagire come gli umani, per dare anche a noi una comunità dove ritrovarci ed avere... una vita.

    Il team della Naughty Dog soddisfò il nostro desiderio dopo aver convinto quasi tutti della veridicità della cosa con un enorme meeting di tutte le grandi aziende videoludiche. Come credete sia nato l'E3? Per voi è una fiera dove provate e venite a conoscenza di giochi in via di sviluppo, per noi era un momento dove tutti noi ci ritrovavamo. Ovviamente, con l'avvento di internet e delle nuove generazioni, abbiamo avuto la possibilità di creare un mondo tutto nostro sul web, nascosto da tutti e tutto se non per i nostri padri, ma l'E3 rimane una sorta di Natale.

    La memory card venne modificata un pochino per permettere ad i protagonisti dei videogiochi che venivano giocati di vivere al suo interno, creando delle case per noi tutti. Ancora oggi funziona così, solo che invece di una memory card abbiamo i dischi fissi, dove torniamo quando abbiamo finito di gironzolare per il nostro mondo o dove stiamo se non abbiamo voglia di uscire.

    Ma torniamo a ciò che cruccia il mio videogiocatore. Quando moriamo, compiamo un'animazione che mostra a voi che dovete ricominciare un po' prima, precisamente al punto dove il gioco è stato programmato per farvi salvare. Veniamo trasformati in dati istantaneamente e veniamo condotti al punto di controllo o checkpoint, per poi essere trasformati di nuovo e riprendere le nostre sembianze abituali. Questo processo è molto rapido ma può variare a seconda della potenza della propria console. Tuttavia, non dovete aspettare che pochi secondi ormai. Quando ci mettete in pausa, non accade nulla, se non che il gioco si ferma e siamo tutti immobili, quindi cercate di non metterci in pausa per troppo a lungo, altrimenti ci annoiamo!

    Siamo un po' come voi umani, seppur questo termine lo usiamo per indicare voi, esseri fatti di carne. Siamo reali quanto voi, non possiamo però vivere in due mondi contemporaneamente, seppur possiamo avvicinarci a questa realtà tramite lo schermo dei televisori.

    Io sono nato da poco, ma essendo stato un'idea per anni, ho assistito a tutto questo processo evolutivo, e sono orgoglioso della scelta che la mia casa produttrice ha fatto, seppur abbia visto molti andarsene, ma anche molti arrivare. Quando ho sentito che era arrivato il mio momento, sono entrato in testa ad un certo Neil, e lui ha iniziato a creare la mia storia.

    Ah, non vi ho ancora detto chi sono, vero? Beh, il mio nome è Joel, ed al momento sto aspettando che il mio possessore finisca di apparecchiare la tavola per il pranzo. Sono alla fine della storia, ed ho promesso ad Ellie e Sarah che le avrei portate al nuovo centro commerciale che hanno programmato a... Oh, scusate. Non posso più parlare. Sono di nuovo in partita... Maledette luci.



    Non è che sia molto lunga, dato che son solo 1370 parole circa, ma mi piace lo stesso. Non sapevo cosa aggiungere d'altro.

     
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  2. marinothebestone
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    Bella come storia. Complimenti Vaniz :)
     
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  3. Zenalaska
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    si mi è piaciuta, è una cosa originale e simpatica :) sembra un pensiero infantile il fatto che l'eroe del videogame abbia una vita a sè, un po' come quando da piccolo pensi che i personaggi dei cartoni animati esistano davvero da qualche parte, o come quando credi che esista babbo natale e anche se non pare, lui ti osserva per vedere se fai davvero il bambino buono... Ho sottolineato "sembra" perchè a volte mi fa piacere pensare che certe cose succedano, non so spiegarlo bene ma mi fa sentire un'altra persona, come se il personaggio fantasy in questione ci conosca molto bene e in qualche modo ci adori, ci tenga a noi, e ad ogni modo secondo me pensare a ste cose occupa la mente quando è triste e cupa e ha bisogno di star su, o sentirsi bambina ancora una volta...
     
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2 replies since 11/2/2014, 14:11   52 views
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